La lettera di un'insegnante sarda a commento dei fatti verificatisi recentemente in Senato nel corso dell'esame del cosiddetto "Decreto milleproroghe".

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"Gentile redazione,

sono un'insegnante, e scrivo per sottoporre alla Vostra attenzione quanto accaduto nell'aula del Senato della Repubblica, e per cui ho scritto direttamente anche al Presidente Mattarella.

I fatti: al Senato, nel corso dell'esame del cosiddetto “decreto milleproroghe”, viene approvato un emendamento di LeU (firmatari Errani, De Petris e altri) con cui si prevede la riapertura delle GAE, le graduatorie ad esaurimento che permetterebbero la stabilizzazione di molti precari in possesso dell'abilitazione all'insegnamento.

Non appena si sparge la notizia, sui social si diffondono messaggi di giubilo: la conferma arriva infatti anche dal resoconto stenografico della seduta.

La presidente Casellati mette ai voti l'emendamento in questione, e il relatore di maggioranza, senatore Stefano Borghesi della Lega, annuncia il parere favorevole del Governo.

La maggioranza dei senatori, quasi certamente senza neppure consultare il testo dell'emendamento, vota compatta a favore.

In realtà Borghesi avrebbe commesso un errore ed il senatore Mario Pittoni, presidente della Commissione Cultura, interviene ufficialmente sulla propria pagina FB con un post che non lascia dubbi: "Non c'è alcun parere positivo del Governo alla riapertura delle Graduatorie ad esaurimento degli insegnanti precari. L'incomprensione verificatasi al Senato al momento del voto su un emendamento, verrà corretta".

È probabile, dunque, che se ne dovrà riparlare quando il provvedimento sarà esaminato dalla Camera.

Io mi chiedo: ma è accettabile che i signori Senatori "sbaglino" votando un emendamento che riguarda migliaia di docenti precari?

È possibile che si debba avere notizia di un tale "errore" solo leggendo un post dal profilo personale di un Senatore su un Social Network?

È possibile e accettabile che i signori Senatori della Repubblica, così lautamente remunerati, si concedano il lusso di distrarsi a tal punto da non essere consapevoli di cosa votano e come, e di non sentirsene responsabili?

Pongo questi quesiti da umile maestra della scuola dell'infanzia e primaria, fiera appartenente ad una categoria, quella dei docenti, che per poco più di mille euro al mese (che non sempre vengono accreditati puntualmente) di distrazione, in classe, ogni giorno, non può permettersene alcuna.

Ho quindi scritto al Presidente di fare quanto in suo potere affinché lo Stato, che ad oggi si mostra non in grado di offrirci tutela e un'equa retribuzione, possa perlomeno portarci un po' più di rispetto.

Grazie dell'attenzione"

Una maestra - Sardegna

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