Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore circa i fatti di via D'amelio, 26 anni fa esatti, che "l'Italia non può e non deve dimenticare".

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"Gentile redazione,

il 19 luglio del 1992, Paolo Borsellino e i suoi angeli custodi furono barbaramente uccisi a Palermo. Con questa ultima atrocità (a 2 mesi dalla morte di Falcone), il Paese sembrava essere schiacciato da un destino ineluttabile: il potere della mafia.

Da quel momento ci fu una reazione immediata senza precedenti: manifestazioni a Palermo, le donne fanno sciopero della fame a Piazza Politeama, gli 8 sostituiti procuratori di Palermo danno le dimissioni e alcuni latitanti vengono scovati e condannati al carcere duro. Da quell'anno orribile, tanta strada è stata fatta, ma oggi l' Italia non può e non deve dimenticare.

Non si combatte la mafia con generali senza esercito e con eroi solitari, ma con una risposta diffusa, costante e crescente. Chi lotta ogni giorno non deve sentirsi solo, acquisisce forza e energia raggiungendo l'invincibilità, se un numero crescente di persone gli è vicino in questa guerra.

Oggi più che mai l' Italia deve ribadire la sua indignazione e solidarietà a chi ha sacrificato la propria vita contro 'il più corrotto dei sistemi'".

Andrea Zirilli - Cagliari

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