Pubblichiamo oggi l'amara riflessione di un sardo all'estero, che assiste dalla Finlandia, non senza vergogna, alla bagarre pre-elettorale italiana.

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"Gentile redazione,

non immanginate come mi stia divertendo leggendo gli eventi della campagna elettorale in Italia.

Se qualche straniero giornalista capitasse nel Belpaese in questo periodo, avrebbe la chiara e precisa caratura di quale pasta è fatto l'italiano medio.

Più che sfogare la propria indole di arrabbiature, ci si trova di fronte ad un intero popolo in preda a convulsioni.

Siamo veramente gente rozza, che pur di salvare la propria parte politica manderebbe in galera i genitori, sorelle e fratelli.

Pessimo spettacolo.

Talmente pessimo, che paradossalmente fa quasi ridere.

A questo punto, anche se ne avevo mentore da mesi, restituirò al Consolato senza nemmeno aprirla la scheda elettorale. E così farà anche mia moglie, che oltre che finlandese è anche cittadina italiana.

Giunti a questo punto, non mi stupirei se, come avvenuto recentemente in Spagna, non essendo possibile alcuna maggioranza, nel tardo autunno si tornerà a votare.

Ed allora, la farsa sarà completa.

Non oso scrivere qualche rigo su questa campagna elettorale! Dico solo che le corrispondenti dei giornali finlandesi e dei TG televisivi sono implacabili nel descrivere questa baraonda, con gente da strapazzo come quel Di Maio, affermare che ad un padre di famiglia con due figli a carico senza dignitosa occupazione verrà concesso il reddito di cittadinanza pari a 1.915 Euro.

Ecco come ci vedono dall'estero!

Se qualcuno mi chiedesse come la Scandinavia giudica l'Italia in questo periodo, sarei esplosivo e sparerei talmente a zero sui miei connazionali, da far impallidire qualsiasi direttore.

Ma mi chiedo: i direttori dei giornali italiani perché non scrivono a quale GRADO ZERO siamo arrivati noi del Belpaese? Di cosa hanno paura? Di essere licenziati? Perché scrivono solo cose di piccolo cabotaggio? Temono di inimicarsi qualcuno? Non hanno coraggio? Si preoccupano solo di fare il solletico ai politici a loro non simpatici?

Questo è ciò che si imputa alla stampa italiana: non entrare nel merito, ma limitarsi ad osservazioni parziali.

E di riflesso, non sorprendiamoci se l'Italia è il paese dove il 99,99 per cento dei commentatori di notizie non ha il coraggio di firmarsi.

È l'abitudine consolidata stare al buio, offendere stando nascosti, come certi animali poco raccomandabili.

Il non firmarsi è la carta d'identità degli italiani.

E quando qualcuno come il sottoscritto scrive nome e cognome, come Beppe Severgnini ha giustamente obbligato nel suo blog, viene offeso e deriso dagli altri e addirittura considerato un mitomane...

Questa è l'immagine degli italiani vista dall'estero".

Mario Sconamila - (Finlandia)

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