In questo ultimo anno in cui la vita di ognuno ha registrato delle profonde modifiche legate alla presenza del Covid, alcuni aspetti sono diventati essenziali per la qualità del vivere quotidiano. E in periodi dove il lockdown imposto dallo Stato costringe ognuno di noi a barricarsi in casa, uno di questi aspetti essenziali è sicuramente legato all'attività sportiva. In particolare quella dei più giovani, dei bambini. In linea generale ovviamente praticare sport è un'attività fondamentale per lo sviluppo e la crescita di bambini. Non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico e sociale. Praticando attività motoria i più giovani imparano l'importanza di rispettare i compagni di squadra, di seguire delle regole e di impegnarsi per raggiungere degli obiettivi. Il tutto avendo anche la possibilità di giocare e divertirsi insieme ai propri amici di pari età.

Chiaro però, purtroppo, che le restrizioni che ci sono state imposte dovute alla pandemia in corso limitano le possibilità di praticare sport, specialmente al chiuso e in gruppo. Una misura necessaria per contenere i contagi da Covid, ma che rischia di avere dei risvolti negativi sullo sviluppo dei più giovani, dei bambini. Quindi diventa fondamentale, oggi più di ieri, che le città in cui vivono i nostri bambini abbiano sufficienti spazi all'aperto dove loro possono praticare attività sportive.

Giovani impegnati in una partita di basket (foto archivio L'Unione Sarda)
Giovani impegnati in una partita di basket (foto archivio L'Unione Sarda)
Giovani impegnati in una partita di basket (foto archivio L'Unione Sarda)

Ebbene, diciamo subito che a livello regionale, Oristano è l'unica città capoluogo che supera questo esame. Almeno questo dicono gli esperti della Fondazione Openpolis che in occasione della giornata internazionale dello sport hanno analizzato da un lato le abitudini di bambini e ragazzi riguardo l'attività fisica, dall'altro, la disponibilità nelle città italiane di aree sportive all'aperto.

E che siano fondamentali questi spazi all'aperto lo si evince anche da un'indagine Istat del 2019 sulle abitudini della popolazione in merito all'attività fisica, con dati interessanti riguardo i minori. Sono i bambini in età di scuole elementari e medie, tra 6-10 anni e tra 11-14, a praticare con maggiore frequenza sport in modo continuativo (il 62% nel primo caso e il 61% nel secondo). Mentre l'abitudine è meno diffusa tra i più piccoli (3-5 anni) con il 32% e i più grandi (15-17), il 52%. Oltre tutto Istat nella sua indagine fornisce un quadro della diffusione di queste abitudini anche a livello regionale. Anche se in questo caso i dati si riferiscono a tutta la popolazione, e non solo ai minori, è utile sottolineare il grande divario che emerge tra il sud Italia e il resto del paese. Nessuna regione meridionale infatti, fatta eccezione per Abruzzo e Sardegna, supera la media nazionale di persone che praticano sport con continuità.

Ma dov'è possibile praticare sport in città? Nella mappa stilata da Openpolis Sassari ha appena 1,5 metri quadrati per residente 0-17, Carbonia 4,1 mq, Nuoro 12,5 e Cagliari 16,4, concludono gli esperti.
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