Una rete rosa per far sì che nessuna donna che subisca violenza possa mai sentirsi sola. Una rete fatta di persone capaci di intercettare le situazioni terribili in cui una donna (ma anche un uomo) può incappare, quelle terribili trappole della vita fatte di minacce, violenza fisica e psicologica, solitudine imposta, maltrattamenti, botte e, purtroppo, spesso anche la morte. Nel Sulcis da qualche settimana esiste questa rete che ha un cuore pulsante nel neonato Centro antiviolenza che ha aperto i battenti a Carbonia, in via Giovanni Porceddu 12 (piccola traversa di via Filzi a Serbariu), e dal quale si diramano tanti altri punti di riferimento per le donne del territorio.

È stato presentato l'8 marzo, scorso in una data simbolica che sarebbe dovuta essere di festa ma che è stata funestata dalla terribile vicenda che, proprio a Carbonia, ha visto una giovanissima vittima di violenza. Una ragazzina che ha combattuto come una leonessa per salvarsi e che lavora su se stessa ogni giorno, grazie anche a questo centro, per ricominciare a vivere. Perché è proprio questa la missione che il centro.

Gli amministratori di Carbonia lo hanno fortemente voluto ed è nato grazie alla sinergia con tutti i Comuni del territorio e con l'associazione Donne al Traguardo che lo guiderà. All'inaugurazione c'erano la sindaca di Carbonia Paola Massidda, l'assessora ai Servizi sociali di Carbonia Loredana La Barbera e i referenti della Regione, delle forze dell'ordine, preziose alleate in questa battaglia contro la violenza, e di tutti i Comuni del territorio in cui si diramerà il centro. C'erano la presidentessa di Donne al Traguardo Silvana Migoni e c'era, insieme alle operatrici che lavoreranno con le donne e per le donne, Maria Mameli, psicologa di Carbonia, referente locale dell'associazione che da anni è impegnata in prima linea affinché il sogno di questa grande casa delle donne potesse diventare realtà. È stata lei a spiegare nei dettagli come funzionerà il centro antiviolenza, partendo dai numeri verdi, che sono già operativi 24 ore su 24 (800984434 per l'area di Carbonia e 800821663 per quella di Iglesias), ricordando che esiste sempre anche il numero nazionale 1522.

L'ex asilo di via Porceddu sarà la sede principale, aperta tutti i giorni, il lunedì e il venerdì dalle 15 alle 19 e il martedì, il giovedì e il venerdì dalle 9 alle 13: orari diversi per dare modo di trovare sempre qualcuno in qualsiasi momento. Ci sono poi gli uffici di Portoscuso, presso l'Auser di via Giulio Cesare, aperti il lunedì dalle 11.30 alle 13.30; di San Giovanni Siergiu, accanto alla biblioteca comunale di via Mazzini, aperti il mercoledì dalle 17 alle 19; di Sant'Antioco, presso i Servizi sociali di via Risorgimento, il venerdì dalle 10 alle 14, e di Giba, in Municipio, il martedì dalle 17 alle 19. Chi preferisse bussare alla sede di Iglesias la troverà invece in via Crocifisso 90 (sede Acli) il lunedì dalle 9 alle 11, il martedì dalle 14 alle 16, il mercoledì dalle 14.30 alle 16.30 e il giovedì dalle 11.30 alle 13.30.

I servizi sono molteplici a partire dal primo colloquio in cui le donne in difficoltà potranno raccontare la loro storia. La rete permette di studiare ogni singolo caso perché in questo settore non esiste la routine: «Ogni donna ha la sua storia - ha spiegato Maria Mameli - ogni storia va analizzata e gestita con un percorso specifico dedicato». Per questo il centro offrirà sostegno psicologico alla donna e ai suoi figli minori, ci sarà la consulenza e l'assistenza legale e la mediazione culturale se a chiedere aiuto saranno donne straniere.

È prevista l'accoglienza delle vittime in luoghi sicuri con indirizzo segreto affinchè si possa scacciare la paura di essere trovate da chi minaccia ritorsioni e ci sarà il monitoraggio costante della situazione per arrivare a una possibile risoluzione del problema. Chiaramente per provare a risolvere un dramma bisogna ben capire come e perchè si sia arrivati all'esplosione della violenza e, infatti, il centro si pone anche l'obiettivo di costruire percorsi strutturati di cambiamento per gli autori di comportamenti violenti: persone che forse, a loro volta, hanno subito violenza. Ci saranno percorsi educativi, gruppi di auto mutuo aiuto strutturati per una crescita collettiva e tanto si farà nel settore della comunicazione e dell'informazione. Sì, perché il neonato centro antiviolenza organizzerà convegni, studi, seminari e occasioni di studio per l'elaborazione di dati statistiche utilissime quando si elabora un piano d'azione. Insomma, la battaglia è appena cominciata e si può contare su un esercito davvero agguerrito per sconfiggere un nemico che, purtroppo, è sempre in agguato.
© Riproduzione riservata