Sesso e Covid, distanza sociale e connessione virtuale, in assenza del corpo ma con il corpo. Immaginato, fantasticato, fotografato, videoregistrato, mostrato in diretta o in differita ma comunque coinvolto, attivato, eccitato. Francesca Cadeddu, psicologa tra Cagliari e Alghero, torna a parlare con noi di sessualità. In un momento, questo della pandemia, che sembra non finire mai. "La sessualità vissuta nel mondo virtuale ne comporta un ruolo centrale ma ubiquitario. Il corpo viene idealizzato e virtualizzato. Così come la relazione con l'altro. Questo scenario, esacerbato dalla pandemia, non è altro, infatti, che lo specchio di fenomeni che stanno condizionando l'intera sfera relazionale umana".

La presenza reale del corpo è scongiurata dalla tecnologia. E la relazione affettiva che forma assume?

"Il collega Michele Spaccarotella, responsabile didattico nell'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica, ci ha regalato con il suo libro "Il piacere digitale" un vero e proprio manuale di navigazione per orientarci nel mondo delle relazioni interpersonali ai tempi dei social network, che suggerisco a chi voglia approfondire l'argomento. Le agenzie internazionali, in questo periodo di pandemia consigliano vivamente la pratica del texting in alternativa agli incontri reali, e sebbene sia vero che l'utilizzo della sessualità digitale funga da Covid-preservativo, è anche vero che costituisce una strategia protettiva da parte di personalità fragili dal punto di vista narcisistico, che hanno difficoltà ad arrivare all'altro nella propria autenticità. Il periodo che stiamo vivendo impone questo genere di contatti basati su lontananza e assenza di corporeità e il sexting, ovvero il dialogo erotico a distanza che comprende lo scambio di foto, video e materiale erotico, è un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più, sia tra i giovani che tra gli adulti. Un rapporto dell'Eurispes del 2018 ne ha messo in evidenza la pratica sia tra coppie stabili, che vi si approcciano per apportare nuova linfa al rapporto, sia tra coppie in formazione, per le quali costituisce un espediente difensivo al fine di lenire la paura dell'incontro reale. Esistono infine anche coppie esclusivamente digitali che possono aver o meno dichiarato l'intenzione preventiva di non incontrarsi mai. Quindi, il sesso e le relazioni virtuali, soprattutto in questo periodo possono porre rimedio alla monotonia, avvicinare i più timorosi o costituire esperienze mordi e fuggi per chi della relazione ha proprio paura. Ma attenzione, anche il sexting nasconde delle insidie".

Ce le svela?

"Esiste la possibilità che si crei un atteggiamento coercitivo da parte di uno dei partner attraverso l'invasione dello spazio dell'altro per mezzo di commenti sessualmente allusivi e senza che ci sia un accordo tra le parti; in questo caso assume la forma di molestia. Rispetto a questo argomento mi voglio soffermare anche sul rischio che in fase di approccio i giovani facciano confusione tra il livello sessuale e quello relazionale: la mia esperienza clinica mi mette di fronte ragazzi e ragazze scossi, che non capiscono quale sia il modo giusto di manifestare il loro interesse verso l'interlocutore e che passano da una semplice conversazione a espressioni eccessivamente dirette, che spesso creano muri invece di avvicinare. Questi giovani non hanno nessuna idea di dove si trovino i confini con l'altro o di cosa sia una conoscenza graduale, proprio perché privati dell'esperienza in presenza. Potrei sottolineare il rischio intrinseco di questa nuova società riguardo la sempre maggior difficoltà nello stabilire una sintonizzazione autentica dal punto di vista relazionale e dell'ambiguità e impoverimento degli scambi comunicativi sostituiti dalle emoticon e privati sempre di più dell'interazione diretta, ma sarebbe inutile parlare di un rischio rispetto a qualcosa che non è modificabile, vorrebbe dire opporsi a un cambiamento in atto che per i Millennials e per le generazioni a seguire è già realtà".

Bauman, nel suo "Amore Liquido", descrive come l'uomo moderno sia immerso nelle reti, nelle connessioni e nei network anziché nelle relazioni reali; con internet ci si può connettere e disconnettere a piacimento, anche dai rapporti umani.

"Le relazioni virtuali sembrano frizzanti, allegre, leggere e contraddistinte dal disimpegno ma secondo questo importante sociologo, la facilità con cui si può entrare e uscire dal rapporto con l'altro non riduce i rischi, semplicemente li distribuisce (insieme alle angosce) in modo diverso. Nei rapporti vige la logica del buffet, ovvero la possibilità di assaggiare un po' di tutto rimanendo temporaneamente sazi. La domanda è: ci si riesce a sentire veramente soddisfatti? Il virtuale permette il collegamento ma il rischio dell'alienazione è dietro l'angolo. Il monito di Bauman è che quando una relazione tra persone è pilotata soltanto dalla voglia di consumo, il rapporto segue il modello dello shopping: al pari degli altri prodotti te è possibile disfarsene senza troppi problemi. È così che termini come ghosting entrano nella quotidianità: l'interlocutore digitale sparisce inaspettatamente eludendo qualsiasi responsabilità in totale assenza di empatia, lasciando il partner sgomento e compromettendo la sua autostima. Chi subisce tale comportamento si sente usato, proprio come un oggetto. Dalla connessione virtuale si può poi passare all'incontro reale".

La più famosa app di incontri, ma sicuramente non l'unica è Tinder, che conta più di 50 milioni di utenti attivi nel mondo.

"In questo tipo di app trova sicuramente spazio la tipologia dell'evitante, ovvero chi rifugge dalla relazione profonda e la cui unica aspirazione è passare da un appuntamento all'altro, ma la sua funzione non si esaurisce attraverso questo aspetto. Le app di incontri possono essere anche risorsa relazionale, piazza virtuale dove ad oggi si sono formate innumerevoli coppie stabili, grazie anche all'aiutino dato dagli algoritmi, che cercano di creare match e affinità sulla base delle informazioni fornite dagli utenti. Insomma la versione digitale della zia, del cugino o dell'amico che danno consigli e suggerimenti".

L'uso del sexting e di altri strumenti virtuali è funzionale più che mai alla categoria dei single. Il rischio di rimanere intrappolati nella virtualità però esiste, soprattutto per i più giovani.

"Mentre gli adulti dovrebbero riuscire a risalire sulla bicicletta con tranquillità perché hanno sempre vissuto le esperienze di relazioni virtuali in maniera integrata rispetto al non virtuale, i più giovani potrebbero vivere una sindrome della capanna in riferimento alla propria sessualità, con la conseguente difficoltà ad uscire dalla esposizione relazionale controllata attraverso il mezzo di comunicazione, nella quale l'espressione del Sé è maggiormente al sicuro rispetto all'esposizione di parti ritenute non sufficientemente adeguate. Dall'inizio della pandemia si è registrato un aumento dell'acquisto di sex toys e della fruizione di contenuti porno. La sessualità, compreso l'autoerotismo, è una naturale modalità di coping (risposta) anche rispetto allo stress".

Come si approcciano i più giovani a questo tipo di sessualità?

"L'accessibilità a questi contenuti da parte dei più piccoli, in un momento in cui oltretutto il porno, come tutto ciò che è digitale, si fa meno aderente alla realtà, crea, oltre a una profonda ansia da prestazione in entrambi i sessi, un'idea alterata di quello che potrebbe essere un approccio sessuale. Porno è tutto ciò che è completamente svelato, è l'opposto dell'erotismo: "La strategia che nasconde parzialmente produce uno scintillio seducente. Il bello si manifesta indugiando." Come definisce nel suo interessantissimo saggio "La salvezza del bello" il filosofo Byung-Chul Han".

La sessualità è un aspetto della vita interconnesso con tutti gli altri.

"Esatto. E non possiamo non pensare che la mancanza di lavoro, ad esempio, non si rifletta su questa sfera, di come il telelavoro portando ad una co-presenza costante della coppia abbia influito su di essa in vari modi. E' anche vero che questo periodo ha comportato una controtendenza rispetto all'atteggiamento "mordi e fuggi": le app di incontri si sono trasformate da fast food a slow food, riportando in auge il piacere della conoscenza, attraverso la scoperta graduale dell'altro, alla quale ci si potrebbe piacevolmente riabituare. Il dato più interessante viene fuori da una ricerca condotta da Justin Lehmiller, proprietario dell'interessante sito Sex and Psychology, nato con l'intento di fotografare l'impatto della pandemia sulla vita sessuale dei single. Questo studio, lanciato fin dal primo lock down a livello mondiale, ha raccolto migliaia di informazioni attraverso sondaggi, a distanza di due o tre settimane. Lo studio è ancora in itinere ma una delle rivelazioni più interessanti ad oggi è stata quella del cambiamento di contenuti nelle fantasie sessuali: per il 47 per cento degli intervistati le fantasie erano completamente nuove, per il 41 quella preferita è cambiata del tutto, per il 39 erano presenti contenuti nostalgici, i contenuti erano più emotivi e meno direttamente sessuali per i 35 delle persone, per il 29 erano incluse fantasie che riguardavano idee di trasgressione dalle norme imposte per il lockdown. Tutto questo indica come il mondo sia alla ricerca di affetto e connessione emotiva in risposta alla paura. Questi dati convergono con la mia personale esperienza clinica con i giovani pazienti single, che durante questo isolamento hanno cominciato a soffermarsi di più sul bisogno di coinvolgimento emotivo con un partner e in molti casi sembrano aver perso interesse per gli scambi occasionali, seppur virtuali".

Un ultimo monito a chi ci legge. Attenzione al revenge porn.

"Revenge porn è un neologismo che oggi è oggetto di diverse critiche: fa riferimento alla condivisione di immagini intime che vengono diffuse senza il consenso del proprietario. La non legittimità di questo termine deriva dal fatto che l'espressione porn (porno) può generare un ulteriore colpevolizzazione della persona che riceve il danno, visto che il porno si può facilmente ricondurre al consenso; oltretutto la parola vendetta fa riferimento ad un torto precedente, che può fungere giustificazione. L'ordinamento giuridico inglese ha sostituito questa espressione con "abuso sessuale basato sulle immagini". E' importante informare e sensibilizzare su questa pericolosa insidia del mondo digitale, talvolta attuata con lo scopo di estorcere danaro anche da parte di manipolatori che circuiscono la vittima con scopi ben precisi, in modo da evitare che, soprattutto ai più giovani, scambino materiale fotografico intimo con troppa facilità e incondizionata fiducia. Ricordiamoci che le relazioni finiscono ma un video o una foto in digitale rimangono per sempre e sono condivisibili in rete".
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