Dalla polvere di sughero a capi di abbigliamento ecologici. E' la missione di Lèbiu, una start up innovativa fondata da due galluresi con dna internazionale, Fabio Molinas e Alessandro Sestini, che sta attirando l'attenzione dei grandi brand internazionali della moda.

La loro idea parte da una premessa : il fast fashion non è più sostenibile. Non lo è mai stato, in realtà, se si pensa solo allo sfruttamento del lavoro dei minorenni o se si considera che l'industria tessile è il terzo più grande consumatore al mondo di risorse idro-geologiche o che il 70% di tutti i tessuti tessili finisce rapidamente nella spazzatura.

Col passare degli anni la sensibilità è cresciuta, e nel frattempo l'Onu ha stabilito obiettivi stringenti che l'Unione europea e i governi mondiali - e a cascata le imprese e i cittadini - devono rispettare. E anche il mondo della moda, a tutti i livelli, si sta adeguando e la sostenibilità diventa un valore da trasmettere.

Molinas è un industrial designer che da oltre dieci anni si è trasferito a Madrid dove si occupa di progetti di innovazione legati alla strategia di design del prodotto, design degli interni eBranding. La sua passione è trovare nuovi modi di utilizzare materiali, concetti e prodotti dando un "twist" ai loro usi normali, sempre con una soluzione in linea con l'attuale background industriale. Alla fine del 2019 incontra Sestini, consulente aziendale ed informatico che anni prima aveva fondato e fatto crescere Marina Now, considerata una delle migliori start up innovative italiane nel 2016. I due si incontrano e uniscono le loro competenze per fondare Lèbiu, una Startup innovativa con la quale produrre e vendere nel mercato prodotti eco sostenibili. Lèbiu - che significa leggerezza in sardo - mira a fornire alternative industriali innovative alle industrie tessili, dell'abbigliamento, della pelle e delle calzature.

Normalmente la polvere di sughero, che la la consistenza della farina, viene immagazzinata in grandi contenitori prima di essere bruciata per alimentare caldaie o essere smaltita aumentando, però, la quantità di CO2 nell'atmosfera dovuta ai gas di combustione. E siccome il Nord Sardegna produce il 70% del sughero nazionale e grazie ai suoi 210mila ettari di boschi di querce c'è tanta materia prima, Molinas e Sestini hanno deciso di puntare su questo materiale per sviluppare tre diversi tessuti nel campo dell'abbigliamento, della pelletteria e della calzatura. Hanno lavorato duro per preparare i brevetti e difendere la loro idea in un mondo con pochi scrupoli.

I principali prodotti sono "Corskin", una bio-pelle, Neobuck,una nuova pelle scamosciata vegetale e "Nanocork", una finitura naturale che imita l'effetto Denim. L'invenzione consiste nello sviluppo di un articolo tessile con caratteristiche e proprietà simili alla pelle, alla pelle scamosciata o al biodenim, dalla miscela di diversi componenti.

"La pelle vegana può aiutare le aziende che lavorano con il sughero a reinventarsi e ad essere più sostenibili, creare occupazione locale, beneficiare di nuovi ricavi, ed ampliare le forniture al mercato tessile", spiega Alessandro Sestini. "Del resto le persone stanno iniziando a capire l'importanza dell'impatto ambientale che generano quando acquistano". Rispetto dell'ambiente, reinvenzione della tradizione, innovazione sociale ed economia circolare sono i valori di Lebiu che grazie a un business plan solido hanno partecipato a bandi grazie ai quali stanno finanziando la loro attività. Sono un'azienda giovane ed hanno clienti in Italia, Spagna e Gran Bretagna. Ora dialogano con grandi brand della moda ("non possiamo dire quali, per ora abbiamo accordi di riservatezza") e puntano in alto sapendo bene dove vogliono arrivare.
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