Dopo neppure due mesi alla Casa Bianca i cani presidenziali Major e Champ sono tornati nel Delaware. Il primo, infatti, avrebbe morso un addetto alla sicurezza di Pennsylvania Avenue convincendo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e sua moglie Jill che fosse meglio allontanarli dalla dimora di Washington. La notizia è stata riportata dalla Cnn ai primi di marzo e ripresa da tutte le testate mondiali: Major e Champ avrebbero mostrato insofferenza nei confronti della nuova sistemazione. E allora viene da chiedersi: quanto un trasloco può agitare i nostri animali? E, soprattutto, cosa possiamo fare per aiutarli nell'adattamento? "Sulla vicenda della Casa Bianca, è bene chiarire che siamo davanti a un'interpretazione dei fatti, quando si parla di aggressività bisogna farlo con cognizione di causa, è troppo semplice etichettare delle reazioni che in realtà potrebbero avere altre motivazioni profonde come atti aggressivi", è la premessa di Cinzia Pasini, veterinaria 48enne cagliaritana, esperta in interventi assistiti con animali, coadiutrice del cane e specializzanda in sanità animale. Sullo stress da trasloco, tuttavia, l'esperta chiarisce: "Non possiamo pensare di trasportare i nostri animali come fossero trolley, dobbiamo riconoscere loro una profonda radice emotiva che è spesso connessa a una componente genetica che distingue le diverse razze dal punto di vista fisico e comportamentale, in base alle quali sarà diverso anche l'approccio". Punto primo: per semplificare e arginare il discorso meglio limitarsi a una sola specie, quella canina, all'interno della quale le reazioni si differenzieranno in base all'attitudine di ciascuna razza. "I pastori tedeschi sono spiccatamente connessi al loro habitat e al loro territorio, così come i rottweiler, mentre ci sono altri cani, tra questi gli husky, che si sono evoluti senza perimetri e di conseguenza rispetto a confini e territorio hanno un'attitudine opposta", spiega Pasini. "Dunque, la prima cosa da fare è capire e conoscere i nostri animali, poiché non tutti avranno la stessa reazione".

Chiarita la predisposizione del cane di famiglia servirà prendersi del tempo.

"Trasferire un cane comporta delle sollecitazioni rispetto a quelli che sono i suoi schemi mentali. Per alcuni il cambiamento potrà essere facilmente superabile con la presenza del compagno umano che, in particolar modo all'inizio, dovrà dedicarsi di più e avere qualche attenzione particolare per cercare di mantenere le vecchie abitudini".

La first lady Jill Biden insieme a Champ e Major (foto Ansa)
La first lady Jill Biden insieme a Champ e Major (foto Ansa)
La first lady Jill Biden insieme a Champ e Major (foto Ansa)

Un esempio?

"Nella fase del passaggio non lasciamoli per troppo tempo da soli nel nuovo ambiente. Dobbiamo pensare che nella nuova casa potranno esserci stimoli del tutto diversi ai quali loro devono imparare ad approcciarsi. Mi riferisco anche a cose pratiche come le sirene delle ambulanze se andiamo a vivere vicino a un ospedale, o i mezzi usati per lo spazzamanto stradale. Per gli animali sono rumori terribili, nuovi stimoli ai quali assuefarsi e, per far questo, serve tempo".

Per rendere meno traumatico il cambiamento bisogna andare per gradi.

"Non pensiamo di umanizzarli: una cuccia confortevole non basterà a farli stare bene magicamente. Per loro la cosa importante siamo sempre noi. E allora bisogna far conoscere l'ambiente, magari accompagnandoli prima del trasloco definitivo; portare degli oggetti che ricreino odori familiari e stare con loro il più possibile. Per esempio: se traslochiamo di sabato, evitiamo di trascorrere tutto il lunedì al lavoro come fosse normale: non possiamo lasciarli per dieci ore soli".

I segnali dello stress da trasferimento potrebbero essere inequivocabili.

"Quando torni a casa e il cane ha devastato il divano o ha urinato dove non doveva o lo trovi più eccitabile del solito e tu interpreti quell'eccitazione come aggressività. In questo caso bisogna fermarsi a riflettere".

Quanto è bene aspettare prima di passare alla fase due?

"Diciamo che se nell'arco di pochi giorni non spariscono le manifestazioni di insofferenza e non adattamento, è meglio rivolgersi a un educatore per avere consigli più tecnici e a un veterinario comportamentista anche per escludere eventuali patologie di cui quel che a noi sembra stress da trasloco potrebbe essere un sintomo da non trascurare".
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