Il calcio sardo prova a scuotersi. La ripartenza dell'Eccellenza (anche se solo con un mini torneo aperto a otto club) è un segnale importante, ma è sull'attività di base che si concentrano le residue preoccupazioni di dirigenti e atleti anche nell'Isola. Parliamo di un mondo che coinvolge quarantamila persone, di fatto fermo per la pandemia da mesi. A tirare su il morale ad atleti e dirigenti ci ha pensato il presidente della Figc Gabriele Gravina, nella sua recente visita a Cagliari e a Oristano. Ha incontrato il governatore Christian Solinas e l'assessore regionale allo Sport Gianni Chessa, ma anche i rappresentanti dei vari settori che compongono il firmamento del pianeta calcio. Nessuna promessa, ma il presidente della Figc ha fatto capire - più in generale - che il Pallone può essere un importante veicolo di sviluppo turistico ed economico per la nostra regione, ora e in futuro. Il primo passo è già stato compiuto: il capo del calcio italiano ha confermato nei giorni scorsi a L'Unione Sarda che la Nazionale, il 28 maggio, giocherà un'amichevole alla Sardegna Arena contro San Marino, preparatoria ai campionati europei. Ed è solo una primo passo.

LE PROPOSTE. Manifestazioni estive (i Mondiali di Beach soccer?) ma anche altri eventi internazionali possono essere un punto di partenza di questo percorso, in una regione che, più di altre, per tradizione e vocazione, può abbinare mare e pallone ad alti livelli. Del resto, il governatore Solinas, come pure l'assessore Chessa, hanno ricordato a Gravina, nella sua tournee cagliaritana, che l'Isola rappresenta un'eccellenza a livello internazionale sul versante dell'accoglienza e punta ad esserlo ancora di più quando la situazione si avvierà definitivamente verso la normalità. E, come base di partenza di un discorso più vasto - approfondito anche assieme al capo della Lega B Mauro Balata, sardo di Calangianus - , non ci si potrebbe aspettare di meglio di quanto è emerso dall'interlocuzione istituzionale: per il capo del calcio italiano non è da escludere che, come previsto nel 2020 prima del Covid, la Nazionale di Roberto Mancini possa eleggere il proprio domicilio in un resort di Pula almeno per la prima fase del ritiro in vista degli Europei. Per ora sono solo ipotesi, su cui però si sta già lavorando.

INFRASTRUTTURE. Ma è il discorso relativo alle infrastrutture, tasto dolente a livello nazionale, che è stato portato con maggiore vigore al tavolo del confronto da Gravina nella sua giornata sarda. La Federcalcio cercherà di ottenere risorse dal Governo attraverso il Recovery Fund per il nuovo stadio del Cagliari. E, come è emerso nel confronto con il leader del Comitato regionale della Figc Gianni Cadoni, dal Recovery Fund potrebbero arrivare anche le risorse per valorizzare gli impianti di Oristano-Sa Rodia, anche nell'ottica dello sviluppo dei settori giovanili. A proposito: se per l'Eccellenza la ripartenza sembra possibile, soprattutto se verranno dati alle società i ristori per l'adeguamento a protocolli sanitari non inferiori a quelli seguiti in Serie D, resta confermato lo stop per i settori giovanili: «I Dpcm non permettono ancora la ripartenza, se ne riparlerà più avanti», ha detto. Tra le società, tuttavia, regna la preoccupazione per i ragazzi, che hanno perso un anno sportivo. E preoccupazione c'è anche nella Federcalcio: come ha spiegato con amarezza il numero uno del calcio, il settore giovanile scolastico ha perso a causa del Covid circa 200 mila tesserati. Insomma, la carne al fuoco per provare di rilanciare il calcio in Sardegna non manca. Ma la precondizione è una e una soltanto: il ritorno in campo.
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