Sono passati duecento anni dalla morte "dell'uomo fatale". Così Napoleone Bonaparte viene definito da Alessandro Manzoni nel "5 Maggio", una delle sue odi più celebri. Era il 5 maggio 1821 quando nell'isola di Sant'Elena, nell'Atlantico meridionale, moriva da solo, in esilio, uno degli strateghi che hanno fatto la storia.

Oggi a due secoli di distanza, la Francia e tutta l'Europa celebrano quel condottiero. E lo fanno dedicandogli un itinerario culturale, certificato dal Consiglio d'Europa: si chiama "Déstination Napoléon" ed è un tour che tocca cinquanta città sparse nei vari paesi europei che sono legate alla figura dell'imperatore. Una sorta di viaggio, da fare in auto ma anche in moto, bici e persino a cavallo attraverso monumenti, musei, palazzi, opere d'arte e leggi che in qualche modo evocano l'era napoleonica. Nel giro sono comprese tappe note e frequentate ma anche angoli più nascosti e meno conosciuti, tutti da scoprire.

In Italia il tour non può che partire dall'Isola d'Elba, dove l'imperatore venne relegato tra il 1814 e il 1815. Qui sono le residenze di Villa dei Mulini e Villa San Martino, ma anche il Teatro dei Vigilanti di Portoferraio a rievocare la sua presenza. I viticoltori locali ricordano ancora la legge a tutela del vino Aleatico, tanto amato da Napoleone che ripeteva spesso "gli abitanti dell'Isola d'Elba sono forti e sani perché il vino dell'isola dà forza e salute".

Mentre in Sardegna è un'altra isoletta a ricordare il giovane Napoleone: La Maddalena. Era il 23 febbraio del 1793, e lui appena ventiquattrenne cercò di prendere possesso dell'arcipelago vicino alla Corsica. Dopo aver occupato l'isola di Santo Stefano, tentò l'impresa verso La Maddalena, un passaggio indispensabile per poter poi conquistare la Sardegna. Con un centinaio di uomini della guardia nazionale corsa, attraversò le Bocche di Bonifacio. Poi iniziò a bombardare l'Isola ma non trovò terreno fertile. Dovette scontrarsi con la resistenza della popolazione di La Maddalena che alla fine ebbe la meglio. Un evento vissuto con tanto pathos dalla cittadina che decise addirittura di intitolare la piazza principale dell'isola proprio alla data dell'importante battaglia: Piazza XXIII febbraio 1793, in ricordo della resistenza all'attacco del giovane Napoleone.

Sulla penisola, una tappa importante si può fare in Veneto a Rivoli veronese che nel 1797 fu teatro di una sanguinosa battaglia tra i francesi del generale Bonaparte e gli austriaci di Alvinczy: la vittoria, che causò 25mila tra morti e feriti, aprì ai francesi la pianura Padana. Ed è stato il borgo del Veneto a dare il nome alla famosa Rue de Rivoli di Parigi.

Oltralpe il tour può iniziare dalla Ville Lumiére che ogni anno richiama migliaia di visitatori che si fermano davanti al sepolcro di marmo rosa che, dal 1840, accoglie i resti di Napoleone. Ad Ajaccio, in Corsica non si può non visitare la casa natale di Napoleone, oggi diventata un museo.

Altra meta affascinante e carica di suggestioni può essere la Route Napoléon: oltre 300 chilometri fra la Costa Azzurra e Grenoble attraverso la Provenza e le Alpi francesi per rivivere il percorso di Bonaparte dopo la fuga dalla Corsica nel 1815. Da decenni è un itinerario classico per chi viaggia in auto, in moto o in camper e ultimamente è molto amato anche dai ciclisti. C'è poi la tappa di Waterloo, a sud di Bruxelles, teatro della sconfitta definitiva che valse poi l'esilio a Napoleone: qui si possono visitare la collina artificiale del Leone, alta 43 metri, eretta dai vincitori, e la fattoria di Caillou, ultimo quartiere generale dell'Imperatore che là attese il risultato della battaglia.

A Londra oltre a Trafalgar Square e alla stazione di Waterloo, ci sono due archi trionfali a ricordare le vittorie britanniche sul generale: il Wellington arch e il Marble arch. Tra la Spagna e il Portogallo ecco la Ruta Wellington, un percorso stradale che tocca Almeida, Badajoz, il fiume Coa e i luoghi delle altre battaglie combattute tra il 1807 e il 1812; le Linhas di Torres Vedras, fortificazioni britanniche alle porte di Lisbona per un itinerario di trekking. Ancora si può seguire il percorso seguito da Bonaparte nel 1800 quando transitò attraverso il valico del Gran San Bernardo per poi assediare il Forte di Bard, in Valle d'Aosta.

Le possibilità sono tante, anche scegliendo solo alcune tappe del percorso si potranno apprezzare svariate ricchezze storiche che hanno subito l'influenza di una figura affascinante ma anche controversa come quella del generale Napoleone.
© Riproduzione riservata