Un quartiere grande come una città, una location di 4 piani, 232 artisti. Solo uno straniero: Alessandro Tamponi.

Da qualche giorno i personaggi del maestro nuorese sono entrati a far parte di una prestigiosa collettiva di artisti coreani, nello spazio dell'"Insa Art Plaza Gallery", nel quartiere di Insadong, a Seoul .

Per l'occasione i coloratissimi caratteri di Tamponi indossano occhi a mandorla e folte capigliature al posto delle classiche "berritte sarde" per calarsi in una realtà lontana anni luce da noi: a 9000 chilometri dalla Sardegna, dall'Italia, dall'Europa.

Alessandro Tamponi: una delle tele coreane (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi: una delle tele coreane (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi: una delle tele coreane (foto Alessandra Raggio)

Sei tele che parlano di un Oriente dai ritmi frenetici, magistralmente interpretato dal linguaggio universale dell'artista nuorese.

Colore, movimento, ma soprattutto la tipica ironia che sta alla base dei racconti di Tamponi, artista già molto apprezzato a livello nazionale, che da anni illustra nei suoi racconti colorati, la quotidianità della sua gente: tra violenza e tenerezza, lealtà e falsità, leggerezza e oppressione.

Alessando Tamponi da sempre coglie le contraddizioni del suo mondo e le affida all'anima delle sue caricature per poi restituirlo in una prospettiva universale.

Alessandro Tamponi: autoritratto (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi: autoritratto (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi: autoritratto (foto Alessandra Raggio)

Tamponi è nato e vissuto a Nuoro, ma l'Oriente è da sempre nelle sue corde: conosce bene Seoul, il ritmo di una megalopoli da 2 milioni di abitanti. Questo ha raccontato nelle tele inviate a "His Art", manifestazione giunta alla quinta edizione.

La grande Expo è stata organizzata da una cooperativa di artisti coreani, che hanno tagliato i ponti con le gallerie d'arte dando vita ad un gruppo di creativi affiatati che organizza eventi in location importanti. Quest'anno a Seoul, lo scorso anno a Shanghai.

Alessandro Tamponi : omosessualità (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi : omosessualità (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi : omosessualità (foto Alessandra Raggio)

Tamponi non fa parte del gruppo, ma è stato invitato dall'organizzazione, insieme ad altri 11 artisti.

Una rappresentanza internazionale, in un contesto nazionale d'eccellenza.

"Ho voluto rappresentare le sensazioni che ho provato ogni volta che mi sono avvicinato a quel mondo, fatto di un'umanità fitta, ma ordinata, di spazi compressi, tra grattacieli e traffico - spiega - ma anche della pacatezza di questi grandi lavoratori, rispettosi del loro vicino, affidabili." Ma qualche problema a trasformare i suoi personaggi dal forte timbro barbaricino, in una razza dalle caratteristiche completamente diverse l'ha avuta: "Ci ho lavorato un po', soprattutto sugli occhi e sui capelli. I miei personaggi in genere sono calvi o hanno la berritta, qui ho dovuto inventarmi parrucche folte, sopracciglia alte. Non è stato facilissimo, ma alla fine sono abbastanza soddisfatto del risultato" Il 2020 è stato difficile anche per lui, come per tanti artisti sardi e di tutto il mondo. Ma la pandemia ha comunque stimolato la sua ironia e la sua creatività facendogli partorire una serie di situazioni di grande impatto emotivo.

Alessandro Tamponi: esteta barbaricino (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi: esteta barbaricino (foto Alessandra Raggio)
Alessandro Tamponi: esteta barbaricino (foto Alessandra Raggio)

Dai concerti nei balconi, alle risse in strada, dall'uomo che nasconde la moglie nel bagagliaio, al vecchietto che dà da mangiare al drone, scambiato per un piccione. Dal pensionato che va a passeggio col cane, invidiato da mille occhi che lo scrutano dalle finestre, alla famiglia Lumaconi, che per la poca mobilità perde l'uso delle gambe, trasformate della spirale di una chioccia.

I suoi teatrini sono sempre di grande attualità: nelle sue tele racconta storie di omosessualità, di migranti, prostituzione, alcol, droga, tutto in visto da una prospettiva molto inconsueta.

Negli ultimi anni la sua pittura si è trasferita anche su ceramica: un nuovo mondo che Tamponi sta esplorando con ottimi risultati.

Ma al di la delle presenze internazionali il suo cuore resta in Barbagia: un rapporto di amore odio lo lega alle sue origini, ispira i suoi racconti e lo coinvolge profondamente fino a trascinarlo dentro la tela, caricatura di se stesso, in un gioco senza regole.
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