A conferma che l'Universo è un ambiente parecchio spazioso ma pieno di pericoli nonostante le distanze siderali tra i vari corpi celesti, tra pochi giorni la Terra dovrà far fronte a un nuovo "rischio" impatto con uno dei tanti asteroidi (centinaia di migliaia, se non milioni) che vagano nelle buie immensità del cosmo e, ogni tanto, incrociano sul loro cammino ostacoli più o meno importanti. Il passaggio è previsto per tra domenica 21 e lunedì 22 marzo e la distanza sarà ridotta, quantomeno in termini astronomici: solo 2 milioni di chilometri, cioè cinque volte quella che ci dividono dalla Luna. Apparentemente tanto, in realtà poco in base ai parametri spaziali anche considerando le dimensioni dell'asteroide: è lungo oltre un chilometro, ha un diametro stimato tra gli 800 metri e il chilometro e 700 metri e la stessa Nasa (l'ente spaziale americano) lo ha indicato come "potenzialmente pericoloso". Valutazione legata alle dimensioni (è più grande del 97 per cento al resto degli asteroidi) e anche al suo frequente passaggio da queste parti, perché nel suo viaggio attorno al Sole il "2001 F32" (così è stato chiamato) incrocia con una certa frequenza l'orbita terrestre senza mai superare i 7,5 milioni di chilometri di distanza.

I due numeri (dimensione oltre i 140 metri e distanza di passaggio a circa 7,5 milioni di chilometri) sono proprio i riferimenti in base ai quali l'asteroide viene definito "potenzialmente pericoloso". Lo ha spiegato all'Ansa l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope Project, che per seguire l'appuntamento ha previsto una diretta alle cinque del mattino del 22 marzo, ora italiana, per osservare l'asteroide. Una trasmissione andrà in onda sul canale Scienza e Tecnica della stessa Ansa. Secondo Masi le dimensioni rendono "2001 F32" sufficientemente brillante "da essere visibile anche con piccoli strumenti, soprattutto nell'emisfero meridionale", oltre a rendere possibile una eventuale sua sopravvivenza in caso (escluso) di ingresso nell'atmosfera (quelli piccoli si distruggono a causa dell'attrito).

L'asteroide è stato scoperto 20 anni fa e il suo transito è ritenuto l'occasione adatta per studiare un oggetto formatosi all'alba del Sistema Solare, quando ancora i pianeti andavano formandosi attorno alla nostra stella. Gira intorno al Sole ogni 810 giorni con un'orbita molto ellittica e in futuro passerà vicino alla terra per altre cinque volte. La prima è prevista per il marzo 2052 a una distanza di circa 2,8 milioni di chilometri, quindi nel 2103 a 3,1 milioni di chilometri, nel 2134 a 7,1 milioni di chilometri e nel 2185 a 11,4 milioni di chilometri.

L'importanza delle dimensioni è data dagli effetti che provocherebbe l'impatto di un simile oggetto sulla Terra. Asteroidi che superano i 100 metri di diametro determinerebbero danni capaci di disintegrare chilometri quadrati di territorio, vite comprese. I calcoli odierni fermano a circa l'uno per cento la possibilità che avvenga un disastro simile entro il prossimo secolo, anche se circa 2.100 asteroidi sui 25mila individuati sinora sono stati classificati come potenzialmente pericolosi dalla Nasa. La minaccia principale sarebbe il (410777) 2009 FD, che però si ritiene abbia meno dello 0,2 per cento di possibilità di colpire la Terra nel 2185.

Tra poco più di un anno l'esperienza si ripeterà con "2009 JF1", che però ha una pericolosità pari praticamente a zero. Scoperto dieci anni fa, inizialmente si riteneva avesse un diametro di 130 metri ma poi il valore è sceso sino a 13 metri, dunque con pericolosità molto bassa come minima è anche la probabilità di collisione, ritenuta dello 0,026 per cento. Dovrebbe transitare a circa "12 milioni di chilometri" dalla Terra, come spiegato da Ettore Perozzi dell'Asi, l'Agenzia spaziale italiana.

Ma quel che forse dovrebbe preoccuparci davvero accadrà (meglio: potrebbe accadere) nel 2029. Quell'anno, secondo quanto calcolato dagli esperti, passerà dalle nostre parti l'asteroide 99942, chiamato Apophis, e la Terra sarà tanto vicina da poterne deviare l'orbita con conseguenze imprevedibili per il futuro. Apophis, 370 metri di diametro, passerà tra la Luna e il nostro pianeta, dunque a meno di 400mila chilometri di distanza: poco, pochissimo, anche se le probabilità di impatto sono valutate nell'ordine di una su centinaia di migliaia. Però l'attrazione gravitazionale della Terra e la possibile deviazione dalla normale traiettoria potrebbe far sì che in futuro l'asteroide cambi percorso e aumentino le possibilità di impatto nei passaggi previsti nel 2036 e nel 2068. Se davvero accadesse, si scatenerebbe una forza distruttrice pari a circa 65.500 bombe di Hiroshima, sufficiente a far sparire centinaia di migliaia di chilometri quadrati di territorio e a provocare uno tsunami globale.

Il passaggio di 2001 F32 dalle nostre parti arriva a poche settimane dalla pubblicazione degli ultimi studi sulla causa dell'estinzione dei dinosauri. In uno studio pubblicato su "Scientific Reports" gli astrofisici Avi Loeb e Amir Siraj sostengono che il colpevole sia una cometa (novità assoluta) proveniente dalla nube di Oort, spinta fuori orbita dal campo gravitazionale di Giove e spezzata in varie parti dalla forza del Sole. Alcune sue parti avrebbero attraversato l'orbita terrestre e una in particolare sarebbe caduta sul pianeta. Subito dopo uno studio pubblicato su Science Advances ha puntato ancora una volta sulle tracce di iridio, definite "la prova che gli scienziati cercavano" per rendere indissolubile il legame tra estinzione dei dinosauri e asteroidi, ricchi di quel metallo quasi assente invece sulla Terra. La conferma che per scoprire la verità, probabilmente passerà ancora molto tempo.
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