"Non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore della scorsa estate. Questa volta servono regole rigide e chiare dall'inizio. Il settore del turismo è in ginocchio, ora l'Isola deve percorrere due strade, quella della continuità territoriale e quella del passaporto sanitario". Parla Andrea Pili, 46 anni, oggi entrato nel campo della Digital Transformation, con alle spalle una lunga esperienza nel turismo, tra cui la creazione del portale Sardegna.com, ora del Gruppo Alpitour. Partiamo dai trasporti.

"Il primo e più grande problema da sempre. La soluzione è la continuità territoriale universale".

Cioè?

"Io credo che il concetto in testa ai politici sulla continuità territoriale sia distorto. Lo sconto per i residenti è un'aberrazione del principio stesso. Il diritto alla continuità territoriale ha senso se vengono presi due punti del territorio, il punto A e il punto B: lo Stato italiano deve dare pari condizioni di raggiungibilità. Se arrivare in un punto è complicato per via della conformazione geografica, allora si deve intervenire per eliminare il gap economico per raggiungerlo. La continuità non deve essere per chi abita o risiede nel territorio, ma per chi lo percorre. Se un tedesco si trova a Milano e vuole raggiungere Cagliari, deve avere lo stesso trattamento di un cagliaritano che vuole raggiungere Bologna. Tutte le tratte da e per la Sardegna devono essere sotto unica tariffa, per tutti, tutto l'anno".

Chi si deve accollare questo costo?

"Lo Stato italiano, perché ha in carico il peso del costo delle infrastrutture. Le autostrade italiane sono state costruite anche con i soldi dei sardi, e magari molti non le hanno mai neanche percorse. Qualunque vettore può effettuare voli in continuità, non ci deve essere nessuna gara. Le condizioni sono uniche e per tutti i vettori che vogliono prendersi questo business".

Passaporto sanitario? Cosa pensa?

"Penso che chi vuole venire in Sardegna deve essere vaccinato o aver fatto il tampone entro 48 ore prima. Se vogliamo semplificare le procedure, si può prevede un controllo in porti e aeroporti, e fare il tampone a tutti quelli che non hanno questi due requisiti".

L'anno scorso, tra gli elementi d'ostacolo, c'era anche il costo. Chi lo deve sostenere? Il viaggiatore, la Regione?

Turisti ad Alghero l'estate scorsa (foto Gloria Calvi)
Turisti ad Alghero l'estate scorsa (foto Gloria Calvi)
Turisti ad Alghero l'estate scorsa (foto Gloria Calvi)

"Il costo dell'operazione è ridicolo in confronto a quanto sarebbe il costo sociale di un intero comparto che chiuderebbe i battenti. E dagli hotel, dai ristoranti, dai bar si dovrebbe levare un'unica voce: Entri solo sei hai il vaccino o il tampone allo sbarco. Se i soldi non bastano lo facciamo pagare ai turisti come tassa di sbarco con unico scopo: la tua salute. I viaggiatori apprezzeranno, si sentiranno sicuri. Non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore della scorsa estate. Questa volta regole rigide e chiare dall'inizio. Nel 2021 si può tornare alla normalità. Sardegna Covid-free. Turismo sicuro con il contributo di tutti. Tutto aperto come nel 2019".

Lei è sempre stato critico nei confronti della politica turistica della Regione, con tutte le Giunte.

"All'industria turistica nessuno ci ha mai creduto, a parte gli imprenditori stessi, sempre lasciati soli. La politica è inesistente, non hai mai compreso il valore di un'industria in quanto mai è stata considerata tale. Nessuno ha mai voluto fare i conti della serva e valorizzare il settore prima di tutto dal punto di vista del gettito fiscale complessivo. Quanto avrebbe dovuto fruttare il business del turismo alle casse della Regione e dello Stato? Quanto invece ha contribuito effettivamente? Quale leva fiscale avrebbe generato un moltiplicatore finanziario per l'industria turistica? E fin dove saremmo potuti arrivare con un principio di sostenibilità del territorio? Il settore turistico chiede alla politica competenze che non ha e non avrà mai. Ho lavorato in prima linea nel settore per 20 anni, lo conosco bene. Non è cambiato niente dall'ultima grande opportunità che ci è stata data negli anni '60, che può segnare un punto di partenza della storia del Turismo, cioè la Costa Smeralda. Ma la storia da raccontare è finita li".
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