Case dello studente, mense e borse di studio. E' stato un anno difficile quello appena passato per l'Ersu diretto dal commissario (ex presidente) Gian Michele Camoglio. Non sono mancate le critiche soprattutto da parte degli studenti fuorisede che usufruiscono dei servizi dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario, in particolare per quanto riguarda gli alloggi: due gli studentati chiusi da anni (via Monte Santo e via Roma). Ad aggravare la situazione le restrizioni imposte del Covid che hanno imposto la drastica riduzione dei posti letto, praticamente dimezzati. Per non parlare delle mense, che non riescono a far fronte in tempi ragionevoli alle esigenze dei ragazzi.

La casa dello studente di via Trentino (foto archivio L'Unione Sarda)
La casa dello studente di via Trentino (foto archivio L'Unione Sarda)
La casa dello studente di via Trentino (foto archivio L'Unione Sarda)

"Dopo esserci lasciati indietro il disastroso 2020, ci troviamo all'inizio del nuovo anno a subire le stesse limitazioni sociali e personali che hanno contraddistinto l'anno precedente. Università, Regione, studenti, professori, dipendenti e professionisti, tutti stanno pagando un grosso prezzo per questa situazione. Rimane in ognuno di noi la speranza che questo problema si risolva presto, e con questo obiettivo che dobbiamo impegnarci perché tutto il possibile continui a funzionare e possa essere pronto a riprendere il giusto ritmo nel momento in cui la crisi pandemica ci permetterà di ripartire", dice Camoglio. "L'Ersu ha dovuto dimezzare i posti letto per via dei protocolli Covid 19. Da un'organizzazione che permetteva la concessione di due posti letto per stanza, si è dovuti passare ad un posto letto per stanza. Questo ha creato la diminuzione di posti letto dai 550 dell'anno passato ai 350 di quest'anno. Gli studenti che hanno presentato domanda per occupare questi 350 posti letto sono stati 1035, dei quali 684 sono stati considerati idonei all'assegnazione del posto letto. Inizialmente sono stati assegnati 341 posti letto, riservando 9 stanze disponibili a possibili situazioni di quarantena, per cui 359 studenti sono risultati idonei non beneficiari. Successivamente si è assistito alla rinuncia o decadenza dal diritto alla stanza di 51 richiedenti. E' stata pertanto fatta un'ulteriore selezione per assegnare i posti rimasti disponibili. A tale selezione hanno partecipato 63 studenti, ma solo 40 hanno poi preso possesso della stanza, lasciando pertanto a tutt'oggi 11 posti letto liberi. Per gli studenti non aventi diritto all'assegnazione della stanza, è stato effettuato un bando per l'assegnazione di un contributo per pagare l'affitto presso strutture private. Alla selezione sono state presentate 884 domande, delle quali 716 sono state ritenute idonee, e a tutte queste è stato assegnato il contributo per un importo massimo concedibile di 1.600 euro (spesa complessiva di 1.138.176 euro)".

La casa dello studente di via Roma (foto archivio L'Unione Sarda)
La casa dello studente di via Roma (foto archivio L'Unione Sarda)
La casa dello studente di via Roma (foto archivio L'Unione Sarda)

Poi c'è l'altro tasto dolente delle borse di studio. "Per quanto riguarda le borse di studio sono state presentate 8.924 domande, delle quali 7.369 idonee, ma suddivise in linea A per 7.050 ed in linea B per 319. La linea A rappresenta gli studenti che hanno i requisiti di reddito e di crediti formativi standard per le borse di studio, mentre quelli della linea B rappresentano quelli che fanno parte del sistema delle agevolazioni stabilito dallo Stato per contribuire alle diseconomie delle famiglie nel periodo di emergenza Covid19. Le domande della linea A sono state interamente accolte con un finanziamento di € 24.488.016 e, con l'apposito finanziamento dal Fondo Integrato Statale (FIS) di € 859.362, sono state accolte anche tutte le domande della linea B. Tutti gli studenti idonei sono pertanto risultati beneficiari di borse di studio.

Per quanto riguarda poi i risarcimenti richiesti dagli studenti per la mancata utilizzazione delle stanze nel periodo marzo-giugno scorso per i vincoli dovuti alla pandemia, il Ministro dell'Università e della Ricerca ha finanziato ai primi di dicembre un importo per la Sardegna di € 486.638 per il rimborso delle locazioni non usufruite. Questo finanziamento dovrà essere ripartito dalla Regione tra gli Ersu di Cagliari e Sassari, per poi poter essere devoluto agli studenti che ne hanno diritto in base a specifici criteri di assegnazione che la stessa Regione dovrà definire. Questi importanti risultati sono stati raggiunti, grazie all'interesse della Regione e dello Stato che per il diritto allo studio non hanno lesinato in questi anni importanti finanziamenti, grazie alla collaborazione dell'Università nelle importanti iniziative che si sono attivate, grazie alla professionalità che le strutture dell'Ersu hanno dimostrato, portando avanti puntualmente le competenze loro attribuite. Nonostante ciò alcuni studenti manifestano un certo malessere per le condizioni di vita delle case, con manifestazioni particolarmente rumorose, atte ad attirare l'attenzione su problemi veri e presunti. Queste manifestazioni sono iniziate a maggio scorso dopo la chiusura parziale delle Case dello Studente nel periodo marzo-giugno per il Covid 19. La principale richiesta di quel periodo era quella del rimborso della quota d'affitto delle stanze non utilizzate che era stata prelevata a monte dalla borsa di studio. Questa richiesta si sta risolvendo ora con il finanziamento statale succitato".

Gli studenti hanno protestato soprattutto per le mense. "Una seconda richiesta di quel periodo era legata alla chiusura delle mense conseguente agli adempimenti del Dpcm. A tale problema si era ovviato in un primo tempo con la consegna di cibo da asporto, ma questa soluzione si era rivelata insufficiente, tanto da predisporre un repentino cambiamento di programma con il ritorno ai pasti tradizionali, seppure con una ridotta domanda di pasti".

A novembre è ripresa la mobilitazione di quello stesso gruppo di studenti con argomenti che andavano dalla insufficienza dei posti letto, al mancato rimborso delle locazioni non utilizzate, alle borse per la linea B non finanziate, al cattivo funzionamento del wi fi nelle Case. "Nella realtà a tutt'oggi sono rimasti non utilizzati 11 posti letto; i risarcimenti per il mancato utilizzo delle stanze nel periodo marzo-giugno sono stati finanziati e presto potranno essere devoluti; le borse della linea B sono state messe in pagamento insieme a quelle della linea A nel mese di dicembre; con un'iniziativa attivata con l'Università si stanno distribuendo agli studenti le sim necessarie per ovviare alla limitata funzionalità dei collegamenti wi fi delle Case dello Studente".

Altro importante problema è quello legato ai servizi di ausilio ai disabili. "Oltre ai problemi di manutenzione di ascensori e servoscala conseguenti a impianti ormai vecchi e sovrautilizzati (il progetto di ristrutturazione di questi impianti inseriti nello stabile di via Trentino è in corso di approvazione e verrà appaltato entro il prossimo anno), che obbligano i portatori di handicap per deambulazione a essere limitati negli spostamenti, è stato richiesto il ripristino delle collaborazioni e dei trasporti da parte dell'Ersu. Questo problema era stato valutato a febbraio scorso con l'Università con l'ipotesi di fare un'unica iniziativa nelle quali i due Enti finanziavano e facevano le selezioni per la scelta dei collaboratori e dei mezzi di trasporto. Con l'arrivo della pandemia ed il blocco delle lezioni queste iniziative si sono interrotte. Con una rappresentanza degli studenti disabili, negli incontri effettuati nei mesi di dicembre e gennaio scorsi, si è stabilito di formare una commissione all'interno dell'Ersu che possa portare all'attenzione in maniera organizzata le problematiche legate a permettere un adeguato diritto allo studio agli studenti con disabilità e nello stesso tempo per sopperire alle esigenze immediate, si è concordato di fornire loro un apposito contributo, al fine di poter sopperire alla esigenza di assistenza e di spostamento".
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