Al di là dei nomi iscritti nell'albo d'oro, il vero vincitore degli Australian open di tennis 2021 sui campi di Flinders park a Melbourne è stato il pubblico. A quasi un anno esatto dall'esplosione su scala mondiale della pandemia da Covid, il primo torneo del Grande Slam del 2021 si può fregiare di un primato assoluto e invidiatissimo su scala planetaria: è la manifestazione sportiva alla quale è stata ammessa la più grande partecipazione di pubblico nell'ultimo anno.

Le tribune del Flinders park nei primi turni del torneo (foto Ansa)
Le tribune del Flinders park nei primi turni del torneo (foto Ansa)
Le tribune del Flinders park nei primi turni del torneo (foto Ansa)

Malgrado un mini lockdown imposto per cinque giorni dal governo che ha svuotato le tribune dal terzo turno sino alle semifinali. Un successo che è stato possibile grazie a diversi fattori: innanzitutto un'organizzazione sul modello della bolla - già sperimentata con successo per le finali Nba di basket, per le finali a otto di Champions league e per i tornei di tennis del Roland Garros a Parigi e del master Atp a Londra nella seconda metà del 2020 - che ha isolato giocatori, arbitri e staff in zone a compartimenti stagni tra alberghi, trasporti e impianti sportivi.

Il numero al mondo Novak Djokovic (foto Ansa)
Il numero al mondo Novak Djokovic (foto Ansa)
Il numero al mondo Novak Djokovic (foto Ansa)

E poi ancora grazie alla netta separazione tra il pubblico e i protagonisti sul campo, cioè giocatori, arbitro, raccattapalle e staff (sono circa un migliaio le persone degli Australian open che vivono all'interno della bolla da ben prima dell'inizio del torneo). Sicurezza anche per la ristorazione: sono stati realizzati all'interno del Flinders park dei baretti senza pareti nel quale possono mangiare al massimo quattro persone a turno, in sicurezza. Sicuramente ha avuto un ruolo importante nella decisione di aprire i cancelli al pubblico anche l'analisi statistica sull'andamento della pandemia in Australia, uno dei paesi che ha patito meno gli effetti del Covid sulla salute. Dal 25 gennaio del 2020, giorno in cui è stato il primo caso di positività al coronavirus a Melbourne, sino a oggi, su una popolazione di circa 25 milioni di residenti, ci sono stati 28.920 casi, 909 morti. In Italia, giusto per fare un raffronto, i casi (sempre aggiornati al 20 febbraio) su una popolazione di quasi 60 milioni di abitanti, sono stati 2.780.000 circa (95.235 i morti).

Le tifose di Djookovic sulle tribune dello stadio di Melbourne (foto Ansa)
Le tifose di Djookovic sulle tribune dello stadio di Melbourne (foto Ansa)
Le tifose di Djookovic sulle tribune dello stadio di Melbourne (foto Ansa)

L'Australia, è vero, è un continente scarsamente popolato, che offre grande distanze e quindi un più che sufficiente distanziamento sociale. Ma sono state decisive per ottenere certi risultati contro il coronavirus soprattutto le misure imposte dal governo di Camberra per contenere il rischio Covid: praticamente l'Australia è stata blindata, per tanti mesi è stato impossibile arrivare nell'isola-continente e anche uscirne. Si calcola che circa 40mila australiani non abbiamo potuto far ritorno a casa. Il Covid ai nostri antipodi è stato preso molto seriamente: sempre per restare in ambito tennistico, il numero uno dei canguri, il gigante Nick Kyrgios, in primavera polemizzò a distanza con il leader della classifica mondiale Novak Djokovic quando il serbo organizzò nel suo paese una serie di tornei esibizioni con tanto di festicciole e balli serali che portarono al contagio di tantissimi tennisti. Australian open con il pubblico, quindi, ma i cancelli del Flinders park non sono aperti indiscriminatamente. Nei primi giorni accesso limitato al massimo a 30 mila spettatori divisi tra sessione giornaliera e turno serale dei match. Poi c'è stato il blocco totale. A partire dalle semifinali, riduzione a 25 mila spettatori che potranno accomodarsi solo sul campo principale: 12.500 al mattino e altrettanti la sera. Per gli atti decisivi degli Australian Open gli spalti del campo centrale sono stati occupati comunque all'80 per cento. Per arrivare a questo risultato si è passati attraverso studi, esperimenti e anche polemiche. Settantadue giocatori diretti a Melbourne al loro arrivo sono stati costretti a una quarantena in albergo perché nel loro volo verso l'Australia si è registrato un caso di positività. Rinchiusi in alloggi forniti dalla Federtennis australiana, qualcuno si è lamentato per la carenza di confort dando prova di scarsa sensibilità e adattabilità a una situazione imprevedibile e potenzialmente pericolosa per la salute. Pochi tennisti viziati, si dirà, perché in tanti hanno trovato il modo - stando ai video postati sui social - di allenarsi con pallina e racchetta anche al chiuso delle loro stanze d'albergo. Alla fine dell'isolamento fiduciario di due settimane, una giocatrice inglese, Heather Watson, è corsa a svolgere una sessione di allenamento in campo alle ore 00:54 di notte. E forse proprio grazie a quella sessione notturna ha vinto all'esordio contro la più quotata Pliskova, anche se poi è uscita di scena. In un torneo che comunque vada passerà alla storia grazie agli applausi scroscianti degli spettatori fin ai primi turni. Non c'eravamo più abituati. Australian open come modello per la Serie A di calcio o per i prossimi Europei e le olimpiadi di Tokio? Staremo a vedere. Sicuramente sono importanti le parole di Rafa Nadal: "Il circuito internazionali non deve più fermarsi, l'esperimento ha funzionato e deve essere replicato per gli altri tornei più importanti"
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