Prima i medici e tutti gli altri operatori sanitari, poi gli anziani e le altre categorie a rischio. Infine, vaccinazione anti Covid-19 per tutta la popolazione nel più breve tempo possibile. Una tabella di marcia che trova ancora tanti oppositori e il dibattito sul fatto che la vaccinazione debba essere obbligatoria o essere attivata su richiesta spontanea, non ha ancora trovato una conclusione che metta d'accordo tutti.

È un dibattito che si muove su più piani: quello politico, quello giuridico e, soprattutto, quello etico, come ha puntualizzato di recente lo stesso pontefice. "Vaccinarsi è una scelta etica che punta al bene dell'umanità", ha detto Papa Francesco, annunciando all'umanità intera la sua scelta di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid-19. Le parole di Bergoglio non sono però bastate a convincere tutti e il dibattito è più che mai aperto.

Un interessante contributo alla riflessione può essere offerto da un recente parere del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) intitolato "I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione". Il parere è stato curato dal presidente Lorenzo d'Avack e dal vicepresidente vicario Laura Palazzani, avvalendosi dei contributi di Cinzia Caporale, Silvio Garattini e Luca Savarino e di un'ampia e intensa partecipazione dell'intero Comitato.

Vaccino in corsia (foto archivio L'Unione Sarda)
Vaccino in corsia (foto archivio L'Unione Sarda)
Vaccino in corsia (foto archivio L'Unione Sarda)

A proposito del dibattito, il CNB premette "che debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l'obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all'infezione e alla trasmissione della stessa. Il Comitato auspica che tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l'adesione spontanea da parte della popolazione".

Un auspicio in linea con la nostra Costituzione che, all'articolo 32, dice che la tutela della salute è sia un diritto dell'individuo sia un interesse della collettività". Ovvero i cittadini hanno il diritto di aspettarsi che tutti facciano il loro dovere se c'è in ballo il bene della comunità. Al punto che, sebbene "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento", l'articolo dice che l'obbligo può sussistere "per disposizione di legge". Ovvero quando si tratta di trattamenti necessari per la salute pubblica. E di sicuro il vaccino anti Covid (come tanti altri) è fondamentale per la salute pubblica. Dunque è giusto obbligare i cittadini a riceverlo? La risposta del CNB è cauta: dice, infatti, che si possono compiere dei passi importanti per fare in modo che la vaccinazione diventi una scelta spontanea.

"Premessa indispensabile affinché alla pianificazione della distribuzione consegua una accettazione della vaccinazione da parte dei cittadini, è una informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati" E a questo proposito il Comitato sottolinea che "una specifica attenzione dovrebbe essere rivolta alla identificazione delle fonti di disinformazione e falsa informazione". Troppo spesso infatti, complice la disinformazione divulgata dai social e gli scarsi strumenti di cui molti utenti dispongono per distinguere le vere notizie dalle fake news, si finisce per divulgare messaggi totalmente fuorvianti che confondono il cittadino. Il Comitato sottolinea che la "la comunicazione ai cittadini deve essere trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su evidenze e dati scientifici. Una comunicazione non propagandistica, non paternalistica, che non lasci margini di incertezza, indicando i benefici attesi e i rischi. I benefici attesi si riferiscono all'immunità ottenibile, al grado di immunità e durata della stessa, ai tempi prevedibili per la protezione dal virus, alla prevenzione o alla riduzione della trasmissione e protezione da possibili reinfezioni. I rischi potenziali si riferiscono a effetti collaterali e a reazioni avverse. Data la rapidità imposta dall'urgenza, le nostre conoscenze su rischi e benefici dei vaccini possono essere incomplete. Pur con questi limiti, è necessario, per ogni tipo di vaccino proposto, conoscere tutti i dati disponibili, da quelli sull'efficacia a quelli sul rischio, dati che dovranno essere verificati, aggiornati e comunicati tempestivamente". Interessante il concetto di "alleanza terapeutica" secondo il quale "al medico, che dispone delle competenze e conoscenze necessarie per informare adeguatamente dei rischi e dei benefici delle cure e dei farmaci, spetta la responsabilità dell'informazione sulla salute del proprio paziente e della comunità nel suo insieme".

Un'efficace piano di comunicazione, volto quindi a smascherare le fake news e a conquistare la fiducia dei cittadini, viene considerato fondamentale dagli esperti del CNB. Un piano che porti al "coinvolgimento della popolazione mediante figure di riferimento, campagne di mass media, strategie di monitoraggio dei comportamenti, agevolazioni logistiche per la vaccinazione". Il tutto per non dover mai arrivare "all'obbligo di legge" che già in passato, quando oggetto di discussione diventarono altre vaccinazioni oggi obbligatorie, si arrivò a un dibattito molto conflittuale.

Il parere si conclude con una raccomandazione: "che lo Stato adotti, al contempo, tutte le altre politiche economiche e sociali necessarie a contrastare la pandemia nel suo complesso".
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