Nulla sarà come prima. Soprattutto nel mondo del trasporto aereo: le previsioni più ottimistiche dicono che il traffico passeggeri tornerà ai livelli pre-Covid nel giro di due anni, ma le incognite sono tante. "La gente non vola più. Per due motivi: ci sono troppe restrizioni per i viaggi tra Paesi diversi, e poi i vettori hanno diminuito drasticamente le tratte", riassume Roberto Devoto, professore di Trasporti aerei della facoltà di Ingegneria di Cagliari.

Quasi tutte le compagnie sono in difficoltà: chi non ottiene aiuti statali rischia il fallimento.

"Ci sono troppi aerei a terra. Da poco Ryanair, sul proprio sito, ha comunicato qualche numero: nel 2020 ha perso il 70% del traffico. E ha viaggiato con un coefficiente di occupazione del 73%. Per capire: nel 2019 aveva il 91%. Questo per una compagnia low cost vuol dire un flop notevole. Attualmente opera al 40% del normale programma di volo".

Quando si potrebbe tornare alla normalità?

"Uno studio dell'Icao, l'organizzazione internazionale dell'aviazione civile, dice che la crisi del trasporto aereo è legata a due fattori. Innanzitutto quello sanitario: le persone sono spaventate dal virus e non viaggiano. L'altro è ancorato all'economia: ci sono pochi soldi. In un momento come questo si tende a spendere in altri settori. Le vacanze e i viaggi non sono una priorità. Ma se il vaccino funzionasse, e ci fossero buoni risultati nel 2021, l'Icao ritiene che nel 2023 si potrebbe raggiungere il livello di traffico aereo pre-Covid".

Le vaccinazioni però stanno andando a rilento, in questa prima fase.

"Se il vaccino dovesse tardare ad avere effetti positivi, lo scenario previsto è di uno ritorno ai numeri pre-crisi nel 2025".

Alitalia a dicembre ha proposto un volo Roma-New York Covid free, con test obbligatorio prima della partenza. Può essere una strada da seguire?

"Garantire la negatività di tutti i passeggeri a bordo, specialmente per le rotte in cui bisogna star chiusi in una cabina per una o due ore, sarebbe un incentivo allo spostamento".

Passeggeri in arrivo all'aeroporto di Cagliari (foto m. r.)
Passeggeri in arrivo all'aeroporto di Cagliari (foto m. r.)
Passeggeri in arrivo all'aeroporto di Cagliari (foto m. r.)

Quali compagnie soffrono di più in questa situazione?

"Il Covid ha colpito soprattutto le grandi, come Air France, British Airways, Delta, Lufthansa: per loro le tratte intercontinentali rappresentavano una grossa fetta di fatturato, che ora è inesistente. Le low cost, che fanno corto e medio raggio, hanno meno problemi. Alcune, come Wizzair, hanno approfittato di questi mesi per svilupparsi e trattare condizioni vantaggiose con gli aeroporti".

Lo smartworking, Zoom e la possibilità di partecipare a incontri e convegni via web incideranno sul traffico passeggeri?

"Tutti hanno scoperto che si può lavorare a distanza, che le riunioni si possono fare senza viaggiare, non è più necessario incontrarsi in una sala a Roma o Milano. Molte aziende potrebbero cavalcare questi nuovi sistemi e far restare a casa i loro manager. E così una buona parte dei viaggiatori business verrebbe meno".

La nuova Alitalia sembra pronta a decollare.

"Mi sembra più una bella compagnia regionale, che un vettore di bandiera. Se non altro per le dimensioni: gli amministratori dicono che inizieranno con 52 aerei, e nel 2024 arriveranno a 120 aerei, più o meno quelli che avevano nel 2019: non mi sembra una politica di aggressione al mercato, semmai è un forte ridimensionamento, dovuto al fatto che i 3 miliardi messi sul piatto dal Governo sono pochi".

L'emergenza Covid ha portato in secondo piano i problemi della continuità territoriale.

"E' una storia infinta, quasi surreale. Credo che il Governo voglia sfruttare la possibilità, prevista dal decreto Rilancio, di affidare senza gara i servizi di continuità con le isole".

Si è parlato anche di una compagnia mista, con la Regione nell'azionariato.

"Non si possono fare esperimenti alla cieca. C'è bisogno, in tutti i casi, di un progetto. E al momento mi pare non ci sia. Per pianificare la continuità territoriale serve un'analisi sui flussi dei passeggeri e capire quali rotte servono. In questo campo non si può improvvisare".
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