Al mutare del mondo neppure loro rimasero immobili, seppure fedeli alla linea per definizione. Le conseguenze della caduta del muro di Berlino ebbero dei riflessi anche nella rossa Emilia paranoica.

Dalla dissoluzione dei Cccp prese vita il Consorzio Suonatori Indipendenti, Csi. Tabula rasa elettrificata è il loro terzo disco, Tre, riassunto in un comodo acronimo. Non un disco qualsiasi. Uscì nel settembre del 1997 scalzando dalla vetta gli Oasis al massimo dello splendore e vendendo 50 mila copie solo nella prima settimana. Più di un caso discografico, quasi un mirabile miracolo di suono e parole. Un concept nato da un viaggio. Nel bel mezzo della fortunata tournee di Linea Gotica, secondo disco a marchio Csi, Giovanni Lindo Ferretti ricevette una letterina dalla Mongolia. Il visto turistico, richiesto senza molte speranze anni prima, era stato accettato in cambio di una piccola elargizione al funzionario incaricato. Il tour di Linea Gotica venne interrotto, complice un pranzo luculliano e Ferretti e Zamboni partirono. Viaggiarono attraverso la Transiberiana, tra i rottami del sogno tecnologico bolscevico. Del loro percorso ci sono numerosi documenti, tra cui il libro In Mongolia in retromarcia, il film di Davide Ferrario, Sul 45º parallelo, una serie di documentari per Geo & Geo (Rai 3) con la regia di Marco Preti e una recentissima puntata della serie Sky Arte 33 giri dedicata proprio al making of di Tabula Rasa. "Io da piccolo sognavo la Mongolia e quando Massimo Zamboni mi disse che aveva la stessa passione non riuscivo a crederci", dirà in seguito Ferretti. Il viaggio durò diversi mesi. Le esperienze, i suoni, gli scritti, le atmosfere, divennero parole e musica. I due amici riversarono l'immaginario agli altri musicisti che non ebbero alcuna difficoltà a calarsi nella parte.

Giovanni Lindo Ferretti (foto archivio L'Unione Sarda)
Giovanni Lindo Ferretti (foto archivio L'Unione Sarda)
Giovanni Lindo Ferretti (foto archivio L'Unione Sarda)

"Era come se avessero fatto il viaggio anche loro", commentò Zamboni. La splendida voce di Ginevra di Marco, il monumentale basso di Gianni Maroccolo, architrave della musica indipendente italiana, dai primi Litfiba in poi, e poi le tastiere di Francesco Magnelli e la chitarra disturbata di Giorgio Canali, incendiario già da allora. Il miracolo Tabula Rasa si concretizzò in pochi mesi. Fu il vertice della produzione di Ferretti e Zamboni e l'inizio della fine dei Csi. Anche se loro non lo sapevano. "Tabula rasa elettrificata - ha detto Lindo Ferretti - è un disco dedicato alla Mongolia. Non è un disco esotico, ancor meno etnologico o popolaresco. Forse è l'unico disco rock nella storia dei Cccp/Csi". Il maestro Franco Battiato non ebbe alcun dubbio. Un disco eccezionale. Ritengo che tutti i brani siano molto interessanti. Tabula rasa elettrificata è un disco, per usare una sintesi, apocalittico. Facendo però attenzione all'utilizzo di questa parola con il suo significato originale di rivelazione. Un disco che appartiene ad una concezione esistenziale nordica, con una idea di rivoluzione non nella sua accezione distruttiva. Un disco rivoluzionario". Un frutto della fusione di cinque teste. Per dirla con Ferretti: "Io non scrivo poesie, scrivo testi di canzoni, è essenziale la musica che mi arriva. Tutto quello che scrivo è plausibile perché cui sono le tastiere di Magnelli, perché ci sono le chitarrine di Giorgio che mi fanno impazzire, perché sono disturbo e disagio continuo, c'è il basso di Maroccolo che fin che Maroccolo ha suonato il basso è una manifestazione dell'esistenza di Dio". Da Firenze, il 3 febbraio 1998, partì un tour di 53 concerti, il M'Importa Na sega Tour, che otterrà ovunque il tutto esaurito. "Voglio ciò che mi spetta, lo voglio perché è mio, mi aspetta", recita Forma e sostanza. "Non certo una rivendicazione economica, tutt'altro", dirà Giovanni Lindo.

I Csi suonarono perfino a Mostar e a Banja Luka, città duramente colpite durante la Guerra in Bosnia-Erzegovina e anche a Cagliari, in un palasport dall'acustica terribile, in cui le note di Tabula Rasa risuonarono per molto tempo dopo che la creatura di Giovanni Lindo Ferretti abbandonò il palco.
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