Dormire, per un genitore di un bambino diabetico, è quasi impossibile. Ci si sveglia a intervalli quasi regolari per verificare che il proprio piccolo stia bene e non attraversi pericolosissime iper o ipoglicemie. E la misurazione della glicemia è una tortura per il bimbo, costretto a subire diverse punture al dito durante la giornata, ma anche per il genitore che vede soffrire suo figlio sentendosi quasi impotente. Sono soltanto due dei problemi che i papà e le mamme di diabetici devono affrontare. Le nuove tecnologie hanno messo a disposizione, sul mercato, strumenti che riducono i disagi ed impediscono le dolorose punture alle dita. Anche la Regione Sardegna con un milione e 800 mila euro all'anno finanzia l'acquisto dei sensori, dispositivi per il monitoraggio continuo del glucosio, fornendoli a 2699 pazienti adulti e 500 bambini.

Purtroppo sono pochi. Perché la richiesta che arriva da tutta l'Isola è nettamente superiore. Centinaia di famiglie con bambini diabetici sono in lista d'attesa per avere i sensori per la misurazione della glicemia. Così Daniela Carta, avvocato ma soprattutto mamma di una piccola paziente, ha deciso di mettersi al lavoro, avviando una raccolta fondi online. In poche settimane, grazie alla generosità di amici, colleghi e cittadini comuni, ha raccolto più di 4.000 euro. I primi 3.600 euro li ha spesi subito, pubblicando anche le ricevute, per acquistare 60 sensori, donati qualche giorno prima di Natale al reparto di diabetologia pediatrica del Microcitemico e consegnati ai due diabetologi, Carlo Ripoli e Rossella Ricciardi. Un piccolo ma graditissimo regalo: i sensori garantiranno una copertura per due mesi (ogni sensore ha una durata di quindici giorni) a 15 bambini. E la raccolta va avanti: chi volesse dare il proprio contributo lo può fare su www.paypal.com/pools/c/8uRlAQKzos.

Daniela Carta combatte per chi è meno fortunato e non può dare al proprio figlio un po' di sollievo nella quotidiana battaglia contro "mister diabete di tipo 1": "Mi sentivo in debito. Il personale del reparto di diabetologia pediatrica del Microcitemico di Cagliari ha accolto mia figlia come se fosse in una grande famiglia. In questi anni ci hanno dato tanto. Era il minimo che potessi fare. Ma soprattutto ho pensato a chi ha più bisogno e non si può permettere di acquistare questi sensori che, è bene che tutti lo sappiano, sono il minimo indispensabile per evitare la puntura nel dito".

La Sardegna ha un'incidenza tra le più alte nel rapporto tra pazienti diabetici e popolazione. "Purtroppo", aggiunge la mamma, "abbiamo anche le dotazioni peggiori. La misurazione della glicemia, per chi non ha alcuna strumentazione diversa, avviene quasi sempre con le "punture". Se ne fanno anche cinque o sei al giorno. Farle a un bambino sono una tortura. E i genitori di notte non dormono, temendo sbalzi glicemici". I sensori rappresentano un primo piccolo passo per venire incontro ai più piccoli. La Regione ne garantisce al massimo per 500 famiglie. "Pochi, Troppo pochi. Le richieste e le liste d'attesa sono lunghe", aggiunge la mamma-avvocato. Che poi evidenzia: "La graduatoria è fatta sulla base dell'arrivo della richiesta. Così i nuovi casi restano esclusi perché chi rinuncia è un caso molto raro. Insomma viene compromesso il livello essenziale di cura del paziente ma anche la libertà di diagnosi e prescrizione del medico».

Così Daniela Carta prova a fare qualcosa senza l'aiuto delle istituzioni ma chiamando in causa la generosità dei sardi, e senza contare sulle numerose - e spesso divise tra loro - associazioni. "Questa raccolta fondi è destinata unicamente ad acquistare sensori di rilevazione flash della glicemia per i bambini meno abbienti in cura al Microcitemico di Cagliari. Bambini a cui la Regione Sardegna nega l'accesso gratuito a questo minimo presidio sanitario". Per Natale il primo regalo è riuscito: "Spero di poter aiutare altri bambini più in difficoltà di mia figlia ad avere un presidio spesso salva vita. Perché con l'aiuto di un qualsiasi smartphone, il sensore consente di conoscere la glicemia senza continue punture al dito, evitando continui risvegli notturni e regalando un pochino di serenità alle famiglie già cosi penalizzate". Soltanto a Cagliari i bambini in lista d'attesa sono almeno una ventina. Altri ne arriveranno con il nuovo anno. I dati sono impietosi. La Sardegna registra l'incidenza del diabete infanto-giovanile più alta in Italia: oltre cinquanta casi per centomila abitanti nella fascia d'età fino ai trent'anni. Ogni anno i nuovi casi sono circa 700. Attualmente, secondo gli ultimi dati, nell'Isola i diabetici di tipo 1 e di tipo 2 sono 110mila.
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