"C'è una recessione molto forte, tutti i settori hanno subito gli effetti della pandemia", dice Roberto Rassu, uno dei curatori del rapporto sull'economia della Sardegna della sede cagliaritana di Bankitalia. "Già nel quadro fatto a giugno abbiamo osservato un forte impatto, ma era solo la fase iniziale. Con l'aggiornamento di novembre e l'analisi approfondita su un periodo più lungo, c'è stata la conferma di una situazione molto difficile".

Così sette mesi fa nel documento: "In Sardegna, dopo i primi casi accertati all'inizio di marzo nella Città metropolitana di Cagliari, la diffusione del virus ha colpito con maggiore incidenza le zone settentrionali dell'Isola Il numero delle nuove infezioni ufficialmente registrate ha raggiunto il picco il 28 di marzo ed è diminuito lentamente in seguito. Il 22 maggio risultavano contagiati 1.356 individui con un'incidenza per 1.000 abitanti (0,82) pari a circa un quinto di quella media del Paese. Nel complesso i decessi ufficiali attribuiti al Covid-19 sono stati 127, con un tasso di letalità rilevata (9,4 per cento) più basso di circa 5 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Nella prima parte del 2020 la diffusione dell'epidemia di Covid-19 ha fortemente colpito l'economia regionale, come avvenuto nell'intero Paese. Per circa un trimestre a partire da marzo la riduzione della mobilità personale e la temporanea sospensione di molte attività economiche, misure necessarie a contenere l'epidemia, hanno determinato un brusco rallentamento della produzione e una caduta della domanda. Successivamente, l'attenuarsi del contagio insieme all'allentamento del blocco produttivo e delle misure di distanziamento fisico hanno favorito una ripresa dell'attività economica.

Una ripartenza faticosa, l'estate, il pensiero che forse si può tornare alla normalità, il rilassamento, il crollo diffuso del rispetto di tutte le regole, e in seguito la diffusione pesante e capillare del virus nei paesi dell'Isola. Oggi il bilancio di fine anno è molto più amaro rispetto a giugno. I casi totali di positività dall'inizio dell'emergenza sono 30.500, i morti 738, oltre cinquecento persone sono ricoverate negli ospedali, sempre a corto di posti letto.

Nel documento di novembre i redattori, oltre Rassu, Rosario Maria Ballatore, Stefano Chessa, Andrea Desogus (tirocinante), Angela Di Martino, Andrea Sechi e Giovanni Soggia, scrivono: "Nel complesso dell'anno, in base alle previsioni il Pil regionale è atteso in forte diminuzione, analogamente alla media nazionale e a quella delle regioni meridionali". L'economia regionale rimane caratterizzata da un livello di incertezza molto elevato, con rischi al ribasso alimentati dalla recrudescenza del fenomeno pandemico registrata dalla fine del terzo trimestre. Le condizioni economiche e finanziarie delle imprese sono peggiorate nel corso dell'anno: la frenata produttiva si è riflessa sulla redditività delle imprese, notevolmente peggiorata rispetto al 2019. La sospensione delle attività economiche e la limitazione agli spostamenti delle persone si sono riflesse sul mercato del lavoro a partire da marzo, comportando nella media del semestre una netta diminuzione delle ore lavorate e, in misura inferiore, dei livelli occupazionali, parzialmente sostenuti dall'elevato ricorso alla Cassa integrazione guadagni. In calo l'offerta di lavoro, con una variazione negativa soprattutto per le donne. I più recenti dati regionali sulle assunzioni evidenziano una ripresa della domanda di lavoro a partire da giugno, trainata soprattutto dai servizi turistici e alla persona. Il recupero è stato tuttavia solo parziale: dall'inizio dell'anno a metà settembre nel settore privato risultavano quasi 18.000 assunzioni nette in meno rispetto al 2019.
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