La poesia di Giovanni Corona è immaginata prima che immaginaria, quanto a volte concreta e reale. Descrive il mondo e i sentimenti tracciandone una mappa di voci universali e nei suoi versi potremmo essere dappertutto. Così Paolo Fresu nella prefazione alla raccolta di poesie "Mi fiorisce un'isola nel cuore" del poeta di Santu Lussurgiu, Giovanni Corona. Il musicista di Berchidda confessa di essere stato colto di sorpresa quando gli fu chiesto di scrivere una prefazione: perché proprio io? in fondo vengo da un'altra biddha. "Ma leggendo le sue parole scandite con arte certosina ho compreso che avrei potuto farlo perché conosco la voce del vento e mille e mille volte questa mi ha parlato anche fra le strade del mio paese". Il testo del grande trombettista di Berchidda fa parte di una antologia che la studiosa Simona Cigliana ha voluto raccogliere al termine di un decennio "importante per la fortuna di Giovanni Corona, che ha visto la riedizione di tutte le raccolte poetiche e la comparsa di titoli inediti. Incentrata, in particolare, sul romanzo Questo nostro fratello, riunisce le prefazioni degli ultimi libri usciti e una serie di contributi scritti per l'occasione con l'intento di costituire un nuovo punto di partenza per la riflessione sul poeta lussurgese. Ma anche con la speranza che questo autore possa finalmente uscire dai confini della sua isola per vedersi riconosciuto un posto nella letteratura nazionale".

Ma chi era questo poeta lussurgese? Nasce nel 1914 e scompare nel 1987. Aveva cominciato a scrivere da ragazzo e non aveva più smesso, senza mai curarsi di raccogliere la sua produzione in volume. "I suoi versi", spiega la professoressa Cigliana, "vergati su quaderni a righe, su taccuini e foglietti volanti di cui aveva sempre piene le tasche erano diffusi manoscritti - talvolta offerti come un dono, ad amici e conoscenti. Dal 1937 al 1939 si imbatte nel futurismo, entra a far parte del Gruppo futurista Sant'Elia di Gaetano Pattarozzi e aderisce al suo Manifesto futurista degli studenti d'Italia e del mondo, di cui è tra i firmatari. Conosce Marinetti e gli dedica un lungo poema. Ma l'adesione al turbolento movimento d'avanguardia non fu di lunga durata".

Francesco Porcu definì la poesia di Corona un "impianto metaforico fra sogno e realtà". E ancora, la poetessa toscana Paola Lucarini lo aveva accomunato al vento, la cui voce si aggiunge alle infinite altre fluttuanti fra cielo e terra. Sarà che il suo paese d'origine è dominio del vento, diventato un elemento ricorrente della sua produzione letteraria. Qualche anno fa Santu Lussurgiu ha voluto ricordarlo, con una serie di appuntamenti, a cento anni dalla nascita. Maestro elementare, dedicò tutta la vita all'insegnamento e alla attività poetica. Quasi tutta la vita del poeta, eccettuata la parentesi del servizio militare (1934-36; 1939-45), si svolse nel suo paese. O meglio: tra le raccolte pareti del suo studiolo, simbolo di una vita schiva e solitaria. A conferma il fatto che le sue poesie, manoscritte, le diffondeva volentieri fra gli amici, ma non si curò di raccoglierle in volume e pubblicarle. L'unica sua iniziativa editoriale riguardò il florilegio "Ho sentito la voce del vento". Essa andò in porto nel 1966 grazie alla determinante collaborazione di Nicola Valle, Antonio Cossu e Mario Ciusa Romagna. La restante produzione poetica fu pubblicata postuma nei due volumi "Richiamo d'amore" e "Sassi della mia terra", editi a cura dello studioso Renzo Cau, rispettivamente nel 1988 e nel 1992. Morì a Cagliari il 12 dicembre 1987. "Giovanni Corona somiglia proprio al vento che risuona anche nelle case di pietra saldamente arroccate alle pendici di un vulcano spento", scrive la poetessa Lucarini, "mentre la sua anima accoglie la vibrazione nell'aria, di arcani segreti, memorie ataviche, tesaurizzandole in un abbraccio di consapevole fraternità. Spirito illuminato da una irrinunciabile vocazione alla poesia parimenti all'insegnamento scolastico, impartito con profonda sollecitudine e competenza ai giovani". A Santu Lussurgiu si è costituito un comitato per ricordare la figura dello scrittore. Seguendo la logica delle collaborazioni di rete, il comitato, composto da associazioni culturali locali e da intellettuali che a diverso titolo si occupano di promozione culturale, intende valorizzare la produzione letteraria. Obiettivo far conoscere ai giovani la vasta produzione letteraria di uno dei poeti del Novecento italiano.
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