Addormentarsi, aspettando tempi migliori. Senza pandemie, negazionisti e grandi fratelli vip. Quando si parla di ibernazione si pensa a lunghi viaggi spaziali, alla ricerca di mondi lontanissimi nell'immenso spazio cosmico. Per gli animali il letargo è un processo fisiologico utile a trascorrere l'inverno in santa pace, aspettando primavera per risorgere. Gli orsi si svegliano da soli, senza bisogno di essere raffreddati e richiamati in vita da un computer, come in classico di fantascienza. La possibilità di ibernarsi sarebbe molto importante non solo per viaggiare nello spazio ma anche per curare ictus e tumori. La tecnica è stata scoperta nel 2013 e molti scienziati pensano possa cambiare il nostro futuro.

Con ogni probabilità la genetica dell'ibernazione sarebbe presente in tutti i mammiferi, uomo compreso. Il sapiens, acclimatato a condizioni di vita molto favorevoli e in presenza di grosse quantità di cibo, si sarebbe dimenticato di potersi addormentare per un periodo limitato di tempo. Tecnicamente l'ibernazione consiste nella riduzione del metabolismo, nell'abbattimento del consumo energetico. L'animale respira più lentamente, rallenta il battito cardiaco, non perde tono muscolare, ma soprattutto è radioresistente. Per questo il letargo sintetico potrebbe essere molto utile nella cura di pazienti oncologici trattati con radioterapia.

Negli anni d'oro della corsa allo spazio si scoprì che gli animali ibernati sono molto più radioresistenti rispetto ai loro simili attivi. Diversi studi mettono in relazione l'ibernazione con la riduzione dei danni indotti da infarti e ictus, processi in cui le cellule che si trovano a valle del processo ostruttivo non hanno più cibo e ossigeno e muoiono rapidamente. L'ibernazione, riducendo il metabolismo, aiuta le cellule a sopravvivere, preservando i tessuti. Un altro vantaggio deriverebbe dal fatto che potrebbe far diminuire i danni causati dalle radiazioni, preservando i pazienti costretti a sottoporsi a radioterapia oncologica. In che modo? Riducendo la differenza di radiosensitività tra il tumore e il tessuto sano. La terapia potrebbe così essere indirizzata nel tessuto malato, salvaguardando il tessuto sano.

Il paziente potrebbe quindi essere ibernato, trattato con dosi massicce di terapia e poi svegliato. Gli scienziati stanno perciò indagando i processi molecolari e fisiologici dell'ibernazione per realizzare in sicurezza il "letargo sintetico". Nel 2019 venne annunciata l'ibernazione per qualche ora di un paziente gravemente ferito. Una suspended animation, animazione sospesa, da parte di un Centro medico dell'Università del Maryland. I medici avevano annunciato la pubblicazione dei risultati dell'esperimento entro la fine del 2020.

L'ibernazione è una condizione necessaria per rendere possibili future esplorazioni a lungo raggio del cosmo. Infatti l'assenza di gravità porta ad alterazioni fisiologiche a carico di tutti gli organi, cuore, ossa, muscoli e reni. Si potrebbe viaggiare senza perdere tono muscolare e impoverire le ossa del prezioso calcio. La differenza tra ibernazione e crioconservazione è evidente. L'ibernazione è come mettere un computer in stand by, la crioconservazione in azoto liquido si applica ai defunti. Si sceglie di essere conservati per potersi magari curare in un tempo in cui il cancro non sarà un problema. E neppure la resurrezione dei morti. Sono già centinaia le persone al mondo che hanno scelto la crioconservazione e ci sono numerose aziende specializzate in questo campo. I prezzi si aggirano sui 200 mila dollari per l'intero corpo. In Italia ci si può rivolgere alla Polistena human cryopreservation, unica concessionaria europea della KrioRuss, centro specializzato in crioconservazione dei defunti.

Le strade della ricerca sono sempre lunghe e tortuose, quindi con ogni probabilità non sarà l'ibernazione a salvarci da coronavirus, reggaeton e cavallette.
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