Non solo plastica. Anche i sacchetti di carta possono essere nemici dell'ambiente. Da qui la proposta votata dall'organo legislativo dello stato del New Jersey per proibire l'uso di qualsiasi sacchetto monouso. La notizia è stata riportata dal New York Times e offre più di uno spunto di riflessione sulle politiche ambientali adottate finora in Italia e all'estero. Idee a confronto Primo punto da chiarire: in America come nel Bel Paese trovare l'accordo su decisioni tanto delicate - soprattutto quando ci sono forti interessi economici in ballo - non è affatto facile. L'idea di bandire i sacchetti monouso infatti vede contrapposte posizioni differenti. Come riportato da Mihir Zaveri, autore dell'articolo, da una parte ci sono gli ecologisti di cui si è fatto portavoce il direttore dell'associazione New Jersey Sierra Club, Jeffe Tittel, il quale spiega: "Questa legge sarebbe probabilmente la più restrittiva della nazione in fatto di plastica e imballaggi", ma potrebbe dare più di un beneficio. Secondo Tittel il provvedimento potrebbe anche essere da stimolo per i cittadini a utilizzare o creare buste confezionate con materiale riciclato. Insomma, oltre a ridurre il consumo di carta preservando il patrimonio boschivo, evitare che dopo l'uso il sacchetto venga buttato per strada, si incentiverebbe il riciclo di materiale che altrimenti sarebbe destinato alla discarica. A replicare a Tittel, che è tra i promotori della legge e sostenitore della campagna che ha portato all'esame del testo, è Heidi Brock, presidente di un'associazione che rappresenta le società dell'industria della carta, la quale mette in guardia sulla possibilità che la legge abbia effetti dannosi sul settore e metta a rischio posti di lavoro. Ma la strada sembra ormai tracciata.

"Il governatore è orgoglioso di sostenere il provvedimento - ha detto Mahen Gunaratna, portavoce del governatore Philip D. Murphy che si accinge a firmare la norma -. La legge ridurrà drasticamente il danno ambientale provocato da questo genere di prodotti".

Le statistiche Il dispositivo avrà comunque delle eccezioni: il divieto non sarà applicato nel caso si debba avvolgere carne, pesce, abiti della lavanderia e altri prodotti che saranno specificati al momento della promulgazione della legge. Si tratta tuttavia di un passo importante nell'ambito di una politica verde che vuole incentivare l'uso di materiale riciclato riducendo drasticamente l'uso di plastica e carta. In particolare per quanto riguarda la plastica, uno studio riportato sempre dal New York Times attribuisce alla buste monouso il 12 per cento del totale che viene disperso nell'ambiente in America. Nel Mediterraneo E in Italia la situazione non è affatto meno preoccupante, per rendersi conto di quanto grave sia la situazione è sufficiente fermarsi alle cronache che arrivano dal mare. Oltre alle enormi quantità di rifiuti raccolti sulle spiagge (anche in Sardegna sono frequenti le campagne dei volontari che spesso nel fine settimana si armano di pazienza e buona volontà per ripulire i litorali) restano i tanti esempi di specie marine messe in pericolo proprio dalla presenza di plastica. Malez e le altre Le tartarughe, per esempio, sono tra le più colpite. Basta visitare il sito del Centro recupero animali marini Asinara (crama.org) per leggere le storie (spesso per fortuna a lieto fine) di moltissime caretta caretta soccorse nel mare Mediterraneo. Saturnina, Venere, Teresina: sono solo alcune delle tante tartarughe ripescate e curate a causa dei tanti problemi provocati dai rifiuti che ingeriscono in acqua. Tra le testimonianze più recenti c'è quella che riguarda Malez, tornata in acqua solo qualche settimana fa: all'inizio dell'estate era stata pescata perché non riusciva a immergersi in profondità, restava a galla. Gli esperti dell'ex isola carcere hanno scoperto che aveva una costipazione intestinale causata dalla grande quantità di plastica che aveva ingoiato. Per aiutarla a stare meglio, l'hanno lasciata in una vasca di acqua pulita dove la tartaruga si è liberata piano piano di una grande quantità di spazzatura che lei aveva scambiato per cibo e che rischiava di costarle la vita. Anche le storie di Malez e degli altri animali marini sono indicatori dello stato in cui si trova il nostro pianeta e della necessità di fare sempre di più per proteggerlo.
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