Le olive greche, il cargo battente bandiera liberiana e quell’urlo: “Àrzate, cornuto, àrzate”. Fotogrammi di un film che negli anni è diventato un caposaldo della commedia italiana. Borotalco compie 40 anni: per Carlo Verdone è stata la terza impresa da regista e sceneggiatore, e dietro la faccia stralunata di Sergio, venditore di enciclopedie porta a porta – ora sarebbe impiegato in un call center, nella sezione “outbound”, quelli che chiamano per vendere gli abbonamenti di luce e gas -, c’è un lavoro meticoloso.

“Non potevo permettermi il minimo passo falso, non potevo rischiare di essere ricordato solo per i personaggi. E così insieme ad Enrico Oldoini impiegammo tanti mesi per arrivare ad identificare l'idea di questo film. Ogni settimana buttavamo un soggetto che per tre giorni ci sembrava perfetto, per poi definirlo una banalità subito dopo”, ha raccontato nei giorni scorsi Verdone, con un lungo post su Facebook in cui celebrava il compleanno del film.

Così è nata la trama: “Un giorno ci dicemmo: basta, cerchiamo di raccontare gli anni '80 con i suoi colori, le precarietà dei ragazzi e i loro sogni un po' da mitomani. Ma anche l'entusiasmo un po' infantile di un periodo in cui c'era una nuova musica che mandava segnali di grande creatività attraverso tanti cantautori intelligenti ed ispirati. Borotalco fu una nitida fotografia di quel periodo. Una miniera di battute ed intuizioni frutto di un'epoca piena di poesia e fermento”.

Eleonora Giorgi e Carlo Verdone durante le riprese del film (foto archivio L'Unione Sarda)
Eleonora Giorgi e Carlo Verdone durante le riprese del film (foto archivio L'Unione Sarda)
Eleonora Giorgi e Carlo Verdone durante le riprese del film (foto archivio L'Unione Sarda)

Borotalco è arrivato dopo "Un sacco bello" e "Bianco, rosso e verdone".  Nulla è fuori posto: dai protagonisti Carlo Verdone ed Eleonora Giorgi, a un comprimario di lusso come Christian De Sica. E poi: Angelo Infanti nei panni del mitico Manuel Fantoni.

Impossibile dimenticare Mario Brega, ovvero il rude e manesco Augusto, padre della fidanzata di Sergio. Forse è il personaggio più ricordato tra quelli messi in scena da Brega, attore romano passato dai ruoli drammatici nei film di Sergio Leone a quelli comici con Verdone. Intere generazioni ricordano e ripetono a memoria l’episodio della scazzottata “a via Veneto”, Brega-Augusto racconta a Verdone-Sergio: in gran parte ispirato a una reale lite di Brega con l’attore americano Gordon Scott.

Sono tante le curiosità su Borotalco, svelate negli anni dai protagonisti. Il titolo fu suggerito a Verdone da Eleonora Giorgi che dopo aver letto il copione definì la storia “soffice, leggera come borotalco”. La Roberts, casa produttrice del borotalco, chiese di cambiare titolo. Che alla fine rimase sulla pellicola, accompagnandola al successo.

Nel film appare in un piccolo ruolo Moana Pozzi, all'epoca agli esordi, non ancora pornostar. E' l'amica di Manuel Fantoni, che accoglie Verdone. Ed è anche la pinup sul manifesto nella camera di Sergio e Marcello.

Curiosità sul set: la casa di Manuel Fantoni ha ospitato le riprese di un'altra commedia, girata alcuni anni dopo: "A tu per tu" con Paolo Villaggio e Johnny Dorelli. E a proposito di Fantoni: il ruolo era stato pensato in un primo momento per Vittorio Gassman.

Con Lucio Dalla, autore delle canzoni della colonna sonora insieme agli Stadio, si rischiò l'incidente diplomatico. Il cantautore si infuriò con Verdone dopo aver visto i manifesti, in cui il suo nome appariva in caratteri minuscoli. Minacciò anche di far causa ma cambiò idea dopo aver visto il film.

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