Il pm Giovanni Porcheddu ha chiesto oggi, al tribunale di Sassari, di assolvere “per non aver commesso il fatto” i nove imputati accusati di ricettazione e riciclaggio, alcuni soci e dipendenti della società “Banco dell’Oro” di Sassari.

Dieci anni fa l’inizio della vicenda in seguito alla morte per cause naturali del pensionato sassarese Ignazio Brundu.

A casa del 72enne, che conduceva un’esistenza molto povera, erano stati trovati oltre 6 kg di gioielli insieme a 440mila euro, divisi tra il conto in banca e la cassaforte.

Gli investigatori avevano puntato la propria attenzione sui frequenti “versamenti” dei monili, da parte del Brundu, nei punti del Banco dell'Oro.

Per il pubblico ministero non esistono però le prove di una presunta provenienza “delittuosa” o di qualcosa di illecito a carico dell'azienda e degli imputati.

Anche gli avvocati della difesa si sono dimostrati concordi pur avendo sottolineato che, a loro dire, sono stati trascurati alcuni filoni d’indagine.

Maria Grazia Verdina Garau, Armando e Diego Lesca, conoscenti del Brundu, imputati per ricettazione, sono difesi dai legali Marco Manca e Lisa Udassi.

Ad assistere Sergio Pinna, Noemi Fara (deceduta nel frattempo), Marco Tanda, Matteo Mantovani, Anna Paola Collu, Delfina Sanna, accusati di riciclaggio, sono gli avvocati Mariano Mameli, Luca Argiolas, Domenico Mannironi e Lidia Marongiu.

                                                                                                                                                                  

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