Si chiude la fase dibattimentale del processo di secondo grado sul "caso Alzheimer" di Ittiri.

"Assolvete gli imputati nel merito, con formula ampia, perché il castello probatorio su cui fonda la condanna di primo grado è inesistente", ha ribadito dinanzi alla corte d'appello di Sassari in composizione collegiale (presidente Plinia Azzena, a latere Marina Capitta e Maria Grixoni), l'avvocato Giuseppe Tempesta.

Il legale difende la maggior parte degli imputati, compresi i due neurologi Marinella D'Onofrio e Giuseppe Dore, fondatore della clinica a Ittiri per la cura dell'Alzheimer e di altre forme di demenza. Con gli imputati - medici, dirigenti sanitari, infermieri, politici e parenti dei pazienti - sotto inchiesta era finita la psiconeuroanalisi, terapia da lui ideata: secondo l'accusa, si basava su umiliazioni e percosse inflitte ai malati senza alcuna evidenza circa la sua efficacia.

Sulle accuse di maltrattamenti è intervenuta la prescrizione, la Procura generale ha chiesto il non luogo a procedere per tutti gli imputati e gli avvocati di parte civile si sono associati pur pretendendo la conferma delle statuizioni civili da quantificare in sede civile.

Resta in piedi l'accusa di associazione a delinquere in capo ai due specialisti difesi e quella per partecipazione in associazione a delinquere per il consigliere regionale Antonello Peru (condannato in primo grado a 4 anni). Il 22 settembre il pg Paolo De Falco aveva chiesto l'assoluzione per l'esponente di Cambiamo-Udc per non aver commesso il fatto, la condanna a sei anni per Dore e a sei anni e sei mesi per D'Onofrio. Il collegio ha aggiornato il processo all'1 febbraio 2022 per le eventuali repliche dell'accusa e, quasi certamente, la sentenza.

(Unioneonline/D)

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