Oltre alle palme, la Sardegna rischia di perdere anche i lecci colpiti dalle cocciniglie, insetti che si nutrono della linfa causando danni che, se non curati nei tempi e nei modi giusti, distruggono le piante. La zona più colpita è l’Oristanese ma segnali preoccupanti arrivano dall’Iglesiente, dal Barigadu e dalla zona di Macomer.

Walter Angeloni, pensionato, è stato il primo a denunciare che qualcosa nei lecci non andava. “Già un anno fa avevo segnalato che le foglie erano di un giallo marrone strano, praticamente secche che data la stagione mi sembrava un fenomeno abbastanza strano”. Corrado Fenu, agronomo, consigliere nazionale e responsabile del dipartimento Sviluppo sostenibile dei sistemi produttivi vegetali, zootecnici e delle agroenergie, conferma: “I maggiori responsabili del deperimento dei lecci sono il Brupestre fasciato, la cocciniglia del tipo Nodularia e il Kermes Vermilio. Gli alberi attaccati manifestano disseccamento dei rami e delle branche successivamente l’avvizzimento dell’intera pianta. Nell’Isola sta succedendo questo, un fenomeno dovuto al clima ma anche alla scarsa attenzione che viene riservata al verde dove i fondi a disposizione sono insufficienti. Salvare i lecci è auspicabile e doveroso”.

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