Per il sindacato del Cimo, i medici ospedalieri, l’ospedale Mastino di Bosa rischia di non avere un futuro a causa della grave carenza di medici nei reparti.

Il segretario provinciale dell’organizzazione sindacale, Giampiero Sulis, ha predisposto un dossier sul presidio ospedaliero della Planargia che serve un bacino di 16mila utenti.

“Il reparto di Medicina è stato trasformato in reparto Covid a medio-bassa intensità di cure – spiega il sindacalista – vi operano 3 medici della Medicina, 2 colleghi spostati con un ordine di servizio dal Pronto soccorso per l’emergenza Covid, e il responsabile del Servizio. In Medicina è rimasto un solo medico affiancato da cinque chirurghi, assegnati anch’essi con disposizione temporanea al Pronto Soccorso, dopo la chiusura della Chirurgia. Nell’anestesia operano 2 anestesisti-rianimatori e un terzo (a fronte di 5 previsti), destinato alla pensione. Uno dei medici – aggiunge il segretario del Cimo - dovrebbe essere trasferito al San Martino. Quattro i medici impegnati in Radiologia, 2 a tempo indeterminato e 2 a tempo  determinato che coprono le 24 ore”.

Ancora, mancano i tecnici di Radiologia, rimasti solamente in 2, più un tecnico spostato da Ghilarza ma con limitazioni per il lavoro notturno.

“Un funambolico ordine di servizio dell’azienda – conclude Giampiero Sulis -  ha disposto che un tecnico di radiologia medica di Ghilarza faccia le reperibilità a Bosa. Cosa abbastanza difficoltosa,  per i tempi necessari a raggiungere l’ospedale. Il Laboratorio analisi conta su 1 medico e 1 biologo a tempo determinato, con un organico sottodimensionato. L’organico presente non è in grado di coprire le 24 ore, come invece previsto per legge per presidi sede di pronto soccorso”.

Il Cimo chiede un immediato rilancio del presidio e una programmazione delle attività da svolgere prima che si assista all’ennesimo ridimensionamento di un presidio sanitario nell’ambito della Assl oristanese.

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