Al centro della pellicola ci sono tre fratelli in una fase di transizione della loro vita, alle prese con l'amore e con la ricerca di una nuova felicità. È "L'arte della fuga", la commedia del regista Brice Cauvin che arriva in Italia il 31 maggio, dopo aver avuto un grande successo in Francia.

Tre uomini in fuga, come dice il titolo del film, tratto dal romanzo di Stephen McCauley, e come spiega il regista: "E' prima di tutto l'arte della fuga di Bach, mi piaceva molto quest'idea: il film è costruito un po' come uno spartito musicale. Poi i personaggi, nella realtà, fuggono dalle loro responsabilità e dalle rispettive famiglie. Non c'è niente di più assurdo che il funzionamento di una famiglia, perché si basa su basi affettive, non logiche, razionali come in un'azienda, un hotel... Era questo che mi interessava raccontare".

I tre protagonisti riescono a dare una nuova direzione alla loro vita, anche grazie anche alla presenza di una stravagante donna, interpretata dalla magnifica Agnès Jaoui. "Una delle chiavi che ho trovato anch'io nella vita è che è meglio avere dei rimorsi che dei rimpianti - prosegue il regista - è meglio agire che non agire, è meglio sbagliare che non agire. Penso che la vita sia più facile così. Ed è il personaggio di Agnès Jaoui che instilla in questa famiglia, come fa nella società in cui lavora, cerca di mettere ordine. E Antoine è il messaggero di quest'ordine".

Le debolezze e le sfumature dei personaggi creano grande empatia con chi guarda il film. "Mi piacciono i personaggi pieni di contraddizioni - dice Cauvin - questo li rende reali. Io dirigo sempre in maniera contraddittoria, do una indicazione agli attori, e a volte gliene do una contraria. Loro mi dicono 'ma mi avevi detto il contrario!'. E io dico: 'bisogna aggiungere nella recitazione'".

(Unioneonline/b.m.)
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