Sembrava che l'avesse sconfitta, la morte. Sembrava che avendone scritto in maniera così lucida e definitiva, così consapevole, niente avrebbe potuto più sopraffarlo.

E invece, a ben guardare, tutta la bibliografia di Philip Roth, dai racconti di "Goodbye Columbus" del 1959 fino ai tardi capolavori come "Il Teatro di Sabbath" del 1995 o "Il fantasma esce di scena" del 2007, è stata un superbo catalogo dell'umano e l'umanità porta insita la propria fragilità e la propria fine.

Roth è morto all'età di 85 anni, in un ospedale di Manhattan in cui era ricoverato da tempo.

(Unioneonline/M)
© Riproduzione riservata