Il 1 settembre 2004 inizia il massacro di Beslan. Un gruppo di 32 terroristi, islamisti e separatisti ceceni, fa irruzione in una scuola della cittadina dell'Ossezia del Nord - repubblica autonoma della Federazione russa - facendo circa 1200 ostaggi, privati di cibo e acqua.

I sequestratori chiedono il ritiro completo delle truppe russe dalla Cecenia.

Dopo tre giorni le forze speciali di Mosca fanno irruzione nell'istituto.

È un massacro, muoiono 333 persone, tra qui 186 bambini, 783 invece i feriti.

Samil Basaev, leader dei separatisti ceceni, rivendica l'organizzazione dell'attentato.

L'unico dei 32 sequestratori (tra i quali c'erano anche alcune donne) catturato vivo è un ceceno di 24 anni, Nurpasa Kulaev. Fu identificato da alcuni ostaggi sopravvissuti. Il suo processo si è concluso nel 2006 con la condanna all'ergastolo.

(Unioneonline/L)

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