Alle 7.45 del 19 maggio 2012, una bomba esplode davanti alla scuola "Francesca Laura Morvillo Falcone" di Brindisi.

L'ordigno, di fattura artigianale e realizzato con tre bombole nascoste dietro un cassonetto davanti ai cancelli dell'istituto, uccide una studentessa, Melissa Bassi, di 16 anni. Una sua amica, invece, viene ricoverata in condizioni critiche. Altre cinque compagne riportano ustioni e lesioni a causa delle schegge.

L'allarme è immediato in tutto il paese, si teme possa essere un attentato da parte di Cosa Nostra. Anche se gli elementi che portano su questa pista sono pochi: la coincidenza del nome della scuola, dedicata alla moglie del giudice Giovanni Falcone, entrambi morti insieme alla scorta nella strage di Capaci e il cui annivesario cade di lì a poco; il 20 maggio Brindisi doveva ospitare una manifestazione organizzata da "Libera" contro la mafia.

Le indagini, poi, prendono un'altra direzione e portano dritte a un uomo, Giovanni Vantaggiato, che viene arrestato il 6 giugno e ammette le sue responsabilità.

Racconta anche il motivo alla base del gesto: una truffa, del valore di oltre 300mila euro, di cui era rimasta vittima l'azienda di sua moglie e relativa a una fornitura di carburante non pagato.

Per questo aveva organizzato un piano affinché il caso attirasse l'opinione pubblica.

Al processo viene condannato all'ergastolo in primo grado e in appello. La sentenza è già passata in giudicato.

(Unioneonline/s.s.)

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