Dopo 79 giorni di prigionia, il 17 aprile 1990, finisce il sequestro di Patrizia Tacchella, ostaggio di soli 8 anni.

La piccola, rapita alla fine di gennaio a Stallavena di Grezzana (piccolo paese vicino Verona) è figlia di un grande imprenditore, Imerio Tacchella, proprietario - insieme alla famiglia - dell'azienda di abbigliamento "Carrera".

Sono stati i carabinieri a fare irruzione nel tardo pomeriggio in una villetta vicino a Santa Margherita Ligure, a San Lorenzo Costa. "Nella villa-prigione, un rustico ristrutturato in mezzo al verde nella costa ligure, i militari hanno arrestato tre persone - racconta L'Unione Sarda -: Bruno Cappelli, 35 anni, piccolo industriale incensurato, Valentino Biasi, 52 anni, anche lui incensurato, Franco Maffiotti, 48 anni, di Rapallo".

Fermate anche altre persone, tra le quali il fratello e la moglie di Cappelli.

Per un attimo, ma solo per un attimo, sembra aprirsi una pista che porta alla Barbagia: la sorella della moglie di Bruno Cappelli, Maria Giovanna Congiu, è nuorese, ma vive in Piemonte da quando era bambina. Qualche giorno prima, viene fermata anche lei, insieme al marito, per quello che sembra un normale controllo stradale: i due - verrà accertato subito - sono davvero ignari di tutto.

Pochi giorni dopo escono fuori altri dettagli dei sequestratori che vengono soprannominati "la banda di imprenditori", che hanno architettato il sequestro perché pieni di debiti.

(Unioneonline/s.a.)

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