È il 17 giugno del 1997 e l'imprenditore tessile Giuseppe Soffiantini viene rapito nella sua casa di Manerbio in provincia di Brescia da una banda capeggiata da Mario Moro, originario di Ovodda. Subito dopo entrano in scena gli altri due banditi Attilio Cubeddu e Giovanni Farina, che spostano il rapito da un covo all'altro tra le montagne della Calvana sull'Appenino toscano e le province di Siena e Grosseto.

Inizia così una nuova pagina nera della storia dei sequestri, insanguinata dalla morte dell'ispettore Samuele Donatoni dei Nocs nel tentativo di liberare Soffiantini a Riofreddo. Tra ricerche delle forze dell'ordine, missive inviate dai rapitori ai media, l'orrenda mutilazione alle orecchie del rapito e il pagamento di un riscatto miliardario, scorrono i terribili 237 giorni di prigionia, fino al 9 febbraio del 1998, quando Soffiantini viene ritrovato a Impruneta, in provincia di Firenze.

Una pagina buia della storia dei sequestri, tornata d'attualità dopo la scomparsa dell'imprenditore Giuseppe Soffiantini.

(Unioneonline/b.m.)
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