Se fosse vivo, compirebbe oggi 120 anni: ma, nonostante sia morto dal 1967, il mito di Totò resta intramontabile.

Antonio de Curtis nasce a Napoli, rione Sanità, il 15 febbraio 1898: i suoi genitori naturali erano Giuseppe de Curtis e Anna Clemente, ma all'età di 35 anni viene adottato dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas di Tertiveri.

Svogliato e spesso disobbediente, viene messo in collegio, dove accade uno dei fatti che rimarranno per sempre impressi non solo nella sua memoria, ma anche nel suo corpo: è lì infatti che un pugno da parte di uno dei precettori, sferrato in modo involontario, gli provoca danni al naso e al mento. Caratteristiche, queste, che saranno alcune dei suoi tratti distintivi.

Nonostante la madre volesse a tutti i costi che facesse il sacerdote, Totò rifiuta questa strada, limitandosi, per obbligo, a fare il chierichetto.

Lunga la gavetta come attore, con ruoli pagati poco che non gli consentivano un tenore di vita al quale invece teneva molto, come abiti eleganti e accessori particolari.

Ma alla fine il suo talento esplode e cominciano le tournée in Italia e all'estero, con parti da protagonista. Tutti lo conoscono e lo riconoscono, soprattutto le donne, con le quali ha sempre avuto un gran successo.

Dalla compagna, poi diventata moglie, Diana Bandini Lucchesini Rogliani, ha avuto una figlia, Liliana, mentre da Franca Faldini ha avuto Massenzio, morto poco dopo la nascita.

Totò invece muore il 15 aprile 1967, a causa di un infarto. Tre i funerali, nonostante avesse espresso il desiderio di esequie semplici: uno a Roma, e due a Napoli.

Più di cento le opere che lo vedono protagonista fra teatro, cinema e tv, ma la sua carriera è stata costellata da dure critiche: solo dopo la sua scomparsa verrà rivalutato e tuttora è uno degli artisti più amati di sempre.

(Unioneonline/s.s.)

Febbraio 2018

Gennaio 2018
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