Esattamente 54 anni fa moriva Edith Piaf, cantante simbolo della Francia del Novecento, amata in tutto il mondo.

Era nata il 19 dicembre 1915, su un marciapiede di Parigi, in rue de Belleville (dove ancora oggi sorge una targa che ricorda l’evento): sua madre ebbe le doglie mentre camminava per strada e un poliziotto l’aiutò a partorire.

Iniziò a esibirsi come artista di strada e per i soldati tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Alla fine del conflitto la sua La vie en rose divenne uno degli inni dello spirito che animava la ricostruzione post-bellica e la voce e la fama di Edith superarono presto i confini francesi, conquistando anche il resto d’Europa e gli Stati Uniti.

La sua vita fu contrassegnata dall’amore. Quello con Yves Montand, che la Piaf contribuì a lanciare, e quello con Marcel Cerdan, campione di pugilato morto in un tragico incidente aereo alle Azzorre, nel 1949.

Una sciagura che fece precipitare anche Edith: nella depressione, che la resa schiava di alcol e medicine.

Il successivo matrimonio con il cantante Theo Sarapo fu solo uno degli ultimi lampi di luce prima della fine.

L’11 ottobre 1963 venne colpita da aneurisma fulminante, nella cittadina francese di Grasse. Poi il trasporto delle spoglie a Parigi, dove il "passerotto" (il suo soprannome) riposa ancora, nel cimitero di Père Lachaise.

(Redazione Online/l.f.)

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