Esattamente 153 anni fa iniziava la sua attività la Croce Rossa Internazionale.

Era il 22 agosto 1864 quando l'ente umanitario, fondato da poco, trovò riconoscimento ufficiale nella prima Convenzione di Ginevra, firmata da sedici nazioni europee.

Un documento che si proponeva di fissare regole universali per l'assistenza alle vittime dei conflitti, eliminando discriminazioni e tutelando civili e militari da soprusi e rappresaglie.

Non solo: da allora in avanti medici e paramedici impegnati nei soccorsi al fronte e nelle zone di conflitto avrebbero goduto, come godono tuttora, di una speciale protezione.

Diritti messi nero su bianco dopo l'accorato appello lanciato alla comunità internazionale da Jean Henry Dunant, imprenditore e filantropo svizzero, rimasto sconvolto dalla sanguinosa battaglia di Solferino, combattuta nel 1859 dagli eserciti di Francia e Regno di Sardegna, opposti alle truppe austriache.

Uno scontro campale costato la vita a migliaia di soldati, i cui nefandi effetti vennero minuziosamente descritti da Dunant, Premio Nobel per la Pace nel 1901, in un celebre libello destinato a smuovere le coscienze dei governanti e degli intellettuali della bellicosa Europa ottocentesca.

Una sorta di manifesto della mission della Croce Rossa, che di lì a pochi anni contribuirà a salvare - preziose gocce in un oceano di morte - decine di migliaia di vite umane nella Prima e nella Seconda guerra mondiale.

Un impegno che dura ancora oggi, con l'obiettivo, come scrisse schiettamente Dunant, di "addolcire, se proprio non è possibile evitarli, gli orrori della guerra".

(Redazione Online/l.f.)

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