Quarantacinque anni fa il commissario della questura di Milano Luigi Calabresi, alle 9.15 di mattina, viene assassinato in un agguato a colpi d'arma da fuoco davanti alla sua abitazione.

Calabresi era finito nel mirino dei gruppi parlamentari di estrema sinistra: era lui ad avere in mano i fascicoli più scottanti sugli attentati che insanguinarono l'Italia durante gli anni di Piombo.

In particolare i militanti di Lotta Continua lo ritengono responsabile della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli, caduto dalla finestra dell'ufficio di Calabresi mentre era in questura dove lo interrogavano sulla strage di piazza Fontana.

L'indagine sull'omicidio del commissario Calabresi arriva a una svolta nel 1988, quando un pentito di Lotta Continua, Leonardo Marino, indica se stesso e Ovidio Bompressi come esecutori materiali, Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani come mandanti dell'omicidio.

Verranno condannati tutti a 22 anni di carcere.

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