Sono passati 25 anni da Mani Pulite, uno dei momenti di svolta della storia recente d'Italia, l'inchiesta iniziata con l'arresto del direttore del milanese Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa, per una tangente di 7 milioni di lire versata in suo favore da Luca Magni, titolare di una piccola impresa di pulizie che puntava a fare affari con lo storico ente assistenziale del capoluogo lombardo.

Così, il 17 febbraio del 1992 diventa l'inizio della rottura, dello strappo alla politica del Pentapartito, della Prima Repubblica, del Pci e del Partito socialista, del via libera a un movimento che qualche tempo più tardi si prenderà la scena italiana: Forza Italia di Silvio Berlusconi.

Ma è anche l'inizio degli interrogatori e degli arresti, dei rinvii a giudizio - saranno oltre 3mila - di personaggi più o meno di spicco di tutti i settori produttivi del Paese.

Al centro, il pool del tribunale di Milano, formato da Antonio Di Pietro, Francesco Saverio Borrelli, Gerardo D'Ambrosio, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Paolo Ielo, Tiziana Parenti, Ilda Boccassini.
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