La baby sitter più talentuosa della storia dell'immagine in mostra al Man di Nuoro dal 10 luglio al 18 ottobre: 120 scatti (realizzati tra i primi anni 50 e la fine dei 60), diversi film in super 8 o 16 millimetri e alcuni provini a contatto mai visti prima d’ora.

La mostra a Nuoro, a cura di Anne Morin, realizzata in collaborazione con diChroma Photography, sarà la prima di Vivian Maier ospitata da un’Istituzione pubblica italiana.

Partendo dai materiali raccolti da John Maloof, il progetto espositivo fornisce una visione d’insieme dell’attività di Vivian Maier ponendo l’accento su elementi chiave della sua poetica, come l’ossessione per la documentazione e l’accumulo, fondamentali per la costruzione di un corretto profilo artistico, oltre che biografico. Ciò che ha lasciato è un archivio sterminato, con più di 150.000 negativi, una miriade di pellicole non sviluppate, stampe, film, registrazioni, appunti e altri documenti di vario genere che la tata "francese" (la madre era originaria delle Alpi provenzali) accumulava nelle stanze in cui si trovava a vivere, custodendo tutto con grande gelosia.
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