In quindici anni di carriera da allenatore ha ottenuto cinque promozioni, vinto due Coppe Italia dilettanti e due Supercoppe regionali. Centrando traguardi storici per le squadre da lui allenate. I numeri sono tutti dalla sua parte e a Muravera i tifosi possono sognare a occhi aperti. Francesco Loi, 43 anni, originario di Loceri per la prima volta lascia la "sua" Ogliastra per spostarsi nel Sarrubus.

Quindici anni fa ha iniziato dal Villagrande: due stagioni in Prima con salto di categoria sfumato ai playoff. Successivamente due anni alla Castor con vittoria del campionato di Seconda. Quindi le cinque stagioni a Lanusei segnate dalla scalata dalla Promozione alla D e dalle vittorie in Coppa Italia e Supercoppa. Poi un altro salto in D col Tortolì e anche questa volta successo in Coppa e Supercoppa.

Quest'anno ancora uno squadrone ma avversari altrettanto forti come Tortolì, Nuorese, Uri, San Teodoro. Un grossissimo impegno il suo. Ironia della sorte, il 2 giugno il Muravera affronta proprio il Tortolì per la Coppa Italia. Ma l'interesse è tutto rivolto al campionato.

Loi, dove vuole arrivare?

"Personalmente da nessuna parte. Mi diverto e basta".

E il Muravera?

"Più in alto possibile come da richiesta della società. Migliorare la posizione dello scorso campionato cercando di crescere sotto tutti i punti di vista".

Analogie tra la nuova squadra e le sue ex Tortolì e Lanusei?

"È un gruppo rinnovato. Una sorta di fusione tra il vecchio gruppo del Muravera di Senigagliesi e Piras e una parte dei ragazzi che avevo al Tortolì. Bisognerà vedere dove porterà questa unione. Ci sono anche figure nuove come Cadau e Meloni, con alle spalle campionati importanti. Abbiamo scelto dei ragazzi valutando non solo il calciatore ma anche l'aspetto umano. Siamo dilettanti ed è fondamentale divertirsi".

Quella di Muravera è la prima esperienza lontano dall'Ogliastra.

"Quello che volevo dopo le precedenti esperienze, tutte in Ogliastra, dove ho avuto la fortuna di far bene dappertutto. Mi affaccio a una nuova realtà, un calcio diverso più vicino a quello del cagliaritano. Scuola di pensiero differente da quella ogliastrina".

Aveva altre richieste. Perché ha scelto Muravera?

"Sono stato contattato da persone molto serie con le quali abbiamo immediatamente trovato un punto di incontro su come programmare la stagione e sul lavoro. Dirigenti pieni di entusiasmo e voglia di fare. Anche il paese è vicino alla squadra. Persone competenti di calcio che stanno dando una mano. Alcuni dal punto di vista economico, altri mettendoci passione, tempo e capacità. Che non è poco".

Due anni fa è stato ad un passo dal Castiadas.

"È vero. Una piazza importante. Ho un ottimo rapporto con i dirigenti che stimo tantissimo".

Cosa si aspetta da Nieddu?

"Quello che ha sempre fatto. Un giocatore di qualità con doti tecniche invidiabili. Fa parte di quel gruppo di giocatori in estinzione che bisogna tenerli stretti e sfruttarli per far crescere i più giovani".

E da Meloni e Cadau?

"La loro mentalità barbarcina sarà utile. Non hanno bisogno di presentazioni. Mi aspetto tanto come anche da Dessena, Nurchi e Satta, calciatori che non ho avuto la fortuna di allenare. Sono certo che faranno bene".

Il reparto offensivo è formato da Meloni, Cocco, Nieddu, Viani, Dessena e Nurchi. Ha in mente un modulo a quattro punte?

"Assolutamente no. Ci vuole equilibrio. Quello di oggi è un calcio diverso. Sono previste cinque sostituzioni. Non bisogna concentrarsi sui primi undici ma sulla rosa completa. Ruoteranno. Averli tutti a disposizione è un bene e non mi preoccupa". Il segreto per vincere?

"Disporre di giocatori forti, un gruppo sano e una società con le idee chiare".

A Muravera inizia un ciclo?

"Ho un accordo di un anno. Dovremo impegnarci per far bene nella prossima stagione non ragionando a lungo termine".

A Muravera il pubblico è esigente.

"Come a Lanusei e Tortolì. Impossibile accontentare tutti. Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. In ogni caso è fondamentale l'educazione e il rispetto da parte di tutti".
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