Da Sassari a Berlino ce n'è di strada e non tutta è percorribile a piedi, anzi.

Andrea Agrusti, però, ha trovato il modo di arrivarci ugualmente con sudore, sacrificio e impegno per giocarsi niente meno che gli Europei di Berlino, nella 50 km di marcia. Partenza domani alle 8.35.

Se si esclude il velocista Filippo Tortu (sardo d'origine, ma nativo di Carate in Brianza in provincia di Monza) il 22enne sassarese sarà l'unico rappresentante della Sardegna, un discreto orgoglio per uno che non ha mai mollato, e non solo in pista.

La svolta è arrivata l'8 maggio 2018, quando le Fiamme Gialle lo hanno ufficialmente arruolato nel Gruppo Sportivo sotto la guida dell'allenatore Patrick Parcesepe. Ma è solo la ciliegina sulla torta di una carriera fatta di soddisfazioni - come quella ai mondiali in Cina, a Taicang, dove due mesi Andrea fa ha stabilito il suo record personale in 3h 55'09'' - e di sacrifici, come l'addio alla sua città per trasferirsi a Roma.

Strutture all'altezza, allenamenti al limite e tanta sana competizione lo hanno fatto diventare un campione di livello nazionale, ma senza mai dimenticare il supporto della società d'origine, I Guerrieri del Pavone, e l'affetto dei cari: il padre Alberto, il fratello Alessio, mamma Tiziana e le nonne Vittoria e Giulia.

Di questo, e tanto altro, l'Unione Sarda.it ha parlato proprio con Andrea, alla vigilia di una delle gare più importanti della sua carriera. A livello personale, e per l'intera Sardegna.

Il 22enne sassarese, Andrea Agrusti, in gara
Il 22enne sassarese, Andrea Agrusti, in gara
Il 22enne sassarese, Andrea Agrusti, in gara

Andrea, ci racconta l'attesa per la 50 km di domani?

"Sono tranquillo, oggi abbiamo ripassato tutto il percorso con il mio staff e mi sento bene. Rispetto alle previsioni c'è un fattore che potrebbe creare qualche problema: il caldo. Qui in Germania stanno vivendo una delle estati più torride degli ultimi anni e ce ne siamo accorti tutti. Chi fa atletica ne deve tenere conto, perché durante la gara sembra che il sole non influisca e poi improvvisamente non hai più energie".

Come avete preparato la gara?

"Ho un allenatore attento a tutti i particolari e abbiamo studiato esattamente dove poter attaccare e dove no. Il percorso sarà interamente cittadino e siamo pronti".

Agrusti dal maggio 2018 fa parte delle Fiamme Gialle
Agrusti dal maggio 2018 fa parte delle Fiamme Gialle
Agrusti dal maggio 2018 fa parte delle Fiamme Gialle

Come è nata la passione per la marcia?

"In realtà da piccolo non ero molto legato a questo sport. Giocavo a basket nella Dinamo poi un giorno, quasi per caso, ho deciso di andare allo Stadio dei Pini (la pista di atletica cittadina, ndr) e mi sono accorto che ero molto veloce. Di più: le prime volte provai i 50 metri, dunque una distanza che non ha nulla a che vedere con la resistenza. Poi ho visto un signore che faceva marcia e quell'andatura mi ha incuriosito. Da quel momento ho deciso di provare e poi sono arrivati i risultati. Non ho più smesso".

Quali sono i suoi atleti di riferimento?

"Andrea Baldini, che ho ritrovato qui in Nazionale. E sono molto legato ad Alex Schwazer, perché ad Atene 2004 ero già un po' più grandicello e dunque mi rendevo conto meglio delle imprese degli azzurri. Ho sempre fatto la mia strada, ma certamente Alex si può considerare uno che mi ha ispirato a perseguire il sogno di diventare professionista".

Agrusti assieme al compagno di Nazionale Antonelli
Agrusti assieme al compagno di Nazionale Antonelli
Agrusti assieme al compagno di Nazionale Antonelli

Ci racconta qualcosa della sua infanzia? Il legame con Sassari ad esempio.

"Sassari è la mia città. Per anni ho vissuto in via Carso poi ci siamo trasferiti a Luna e Sole vicino al Canopoleno. Ho la bandiera dei quattro mori in camera e, quando ho l'opportunità di andare al mare a Ostia, dove vivo, porto sempre con me l'asciugamano della Sardegna: è immancabile".

Se si esclude Filippo Tortu sarà l'unico sardo della spedizione Azzurra: cosa si prova?

"È un grande orgoglio".

Che rapporto ha con Filippo?

"Da maggio faccio parte delle Fiamme Gialle, come lui. Non si può dire che siamo amici però spesso ci confrontiamo e parliamo della Sardegna. Lui è legatissimo all'Isola. Ho una grande stima nei suoi confronti, perché riesce a controllare le emozioni in maniera egregia. Quando ci parli, o lo vedi, è sereno come se non avesse mai fatto quell'impressionante 9'99'' sui 100 metri. Lo reputo un vero animale da gara".

Agrusti in Nazionale: a Berlino punta al suo record personale nella 50 chilometri di marcia
Agrusti in Nazionale: a Berlino punta al suo record personale nella 50 chilometri di marcia
Agrusti in Nazionale: a Berlino punta al suo record personale nella 50 chilometri di marcia

Perché ha lasciato la Sardegna? Questione di strutture?

"Sì. Purtroppo da noi non è possibile raggiungere certi risultati. Lo dico con il massimo amore per la mia terra, ma se non fossi andato via non avrei mai ottenuto i tempi che ho raggiunto recentemente. Ora vivo a Roma, mi alleno a Ostia, e niente è lasciato al caso. Abbiamo un centro di allenamento bellissimo con palestra, pista, fisioterapia tutto nella stessa struttura. Poi anche il mio allenatore è un fenomeno: prepara tutto nel dettaglio".

Torna spesso a casa oppure la sua vita, ormai, è altrove?

"Purtroppo non ho molto tempo per tornare. Giusto a Ferragosto e a Natale. Gli allenamenti non me lo permettono. Quando torno a Sassari lo faccio per rilassarmi".

La fatica di Agrusti in gara. Da anni ha lasciato Sassari per inseguire il suo sogno
La fatica di Agrusti in gara. Da anni ha lasciato Sassari per inseguire il suo sogno
La fatica di Agrusti in gara. Da anni ha lasciato Sassari per inseguire il suo sogno

In Cina ha avuto qualche problema fisico. Come si sente ora?

"Ho patito una grave lesione al tendine d'Achille che mi ha condizionato tantissimo. Con lo staff stavamo pensando addirittura di non partecipare alla gara, ma se non avessi ottenuto il tempo non mi sarei potuto qualificare per Berlino. Allora ci siamo detti: rischiamo oppure no? Alla fine abbiamo deciso per il 'sì' e ho stabilito anche il mio record personale. A un certo punto avevo dei dolori fortissimi che mi facevano pensare al ritiro, ma non ho mai mollato. L'antidolorifico non ha funzionato e ho sofferto molto. Terminata la gara non ho camminato per due giorni e c'è voluto un mese per riprendere gli allenamenti. A giugno le sensazioni non erano buone, ma ora sto bene".

Qual è il suo obiettivo?

"Sappiamo cosa fare. Come detto ho ripreso a correre da circa due mesi e ora penso di avere una buona condizione. Nella marcia tutti sono più o meno in grado di reggere i 35 km, poi si vede chi ne ha di più e chi ha fatto il passo più lungo della gamba. C'è chi parte forte per impressionare, poi scoppia, chi invece tiene botta fino alla fine. Sarà una questione di posizionamenti, poi dipenderà molto dalle sensazioni in gara. Punto a migliorare il mio personale, poi si vedrà".

Filippo Migheli

(Unioneonline)

ATLETICA, TORTU RIVIVE IL SUO RECORD:

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