Cinque punti di penalizzazione per il Parma da scontare nella stagione 2018-19 e una squalifica di 2 anni, oltre al pagamento di un'ammenda di 20mila euro, per il calciatore Emanuele Calaiò.

È la sentenza emessa dal Tribunale Federale Nazionale, presieduto dall'avvocato Mario Antonio Scino, per il caso del messaggio inviato dal giocatore della squadra emiliana al collega dello Spezia, Filippo De Col, alla vigilia della gara decisiva per il passaggio in A.

Nel testo il bomber avrebbe invitato l'amico a giocare "male" per favorire la vittoria del Parma.

"È di tutta evidenza - si legge nel comunicato - che anche la sollecitazione e/o l'invito ad omettere interventi di gioco sulla propria persona, ove accolta, possa ritenersi idonea, quanto meno in termini di tentativo, ad alterare l'andamento e/o lo svolgimento della gara".

LA REAZIONE - Il Parma dunque si salva dalla temuta retrocessione in B, ma in un comunicato "prende atto con enorme amarezza della sentenza emessa in data odierna dal Tribunale Federale Nazionale".

"Riteniamo abnorme la condanna del nostro tesserato Emanuele Calaiò rispetto ai fatti all'origine del deferimento e iniqua, illogica ed in contrasto con la recente giurisprudenza sportiva la pesantissima penalizzazione per responsabilità oggettiva inflitta alla nostra società".

"Confidiamo che la totale estraneità del Parma Calcio 1913 ad ogni comportamento meno che lecito venga riconosciuta già dalla Corte Federale di Appello, a cui ricorreremo in tempi brevissimi, nell'auspicio di trovare giustizia".

(Unioneonline/D)

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