Quindici punti di penalizzazione nell'ultima Serie A per il Chievo e due per il Parma in B.

Questa la pesantissima richiesta della Procura federale nei confronti delle due società calcistiche, cosa che causerebbe la retrocessione per la prima e la mancata promozione per la seconda (gli emiliani hanno vinto i playoff per salire nella massima categoria, ma col -2 non rientrerebbero più nella zona promozione a favore del Palermo).

Le accuse sono molto chiare ed è bene fare distinzione.

CHIEVO - Al club di Luca Campedelli viene imputato il fatto di aver effettuato trattative col Cesena irregolari. A quanto pare, le due società si sarebbero scambiate trenta calciatori e da qui sarebbero generate plusvalenze fittizie per oltre 25 milioni di euro (stando sempre all'accusa della Procura federale).

PARMA - Gli emiliani invece sono accusati di avere responsabilità oggettiva nei messaggi che un loro tesserato, l'attaccante Emanuele Calaiò, avrebbe inviato a Filippo De Col (Lo Spezia). Nel testo il bomber crociato avrebbe invitato l'amico a giocare con meno impegno per favorire la vittoria proprio del Parma. In quella fase del campionato gli emiliani si stavano giocando l'ingresso nei playoff mentre Lo Spezia non aveva nessun obiettivo a raggiungere. Per Calaiò sono stati chiesti quattro anni di squalifica.

La sentenza definitiva sarà tra il 20 e il 24 luglio. Le due società tremano e pronte ad approfittarne, per eventuali ripescaggi, ci sono Palermo e Crotone.

(Unioneonline/M)

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IL PARMA RISCHIA LA SERIE B:

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