Un'aquila con le mani.

È con questo segno che Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri hanno festeggiato il 2-1 con cui la Svizzera ha battuto ieri sera la Serbia ai Mondiali di Russia.

I due calciatori elvetici hanno mimato con le mani il volatile della bandiera albanese, un gesto tipico dei nazionalisti albanesi che ha causato polemiche a causa delle sempre delicate relazioni diplomatiche tra Serbia e Albania.

Entrambi sono originari del Kosovo, Paese che proclamò l’indipendenza unilaterale dalla Serbia, che non l'ha mai riconosciuta, nel 2008, dopo le ultime guerre nell'ex Jugoslavia.

"Nel calcio ci sono sempre emozioni e quello che ho fatto è stato solo un'emozione. Ero molto felice di aver segnato un gol, tutto qui. Non si dovrebbe parlare di questo", ha cercato di sdrammatizzare Shaqiri.

Anche il commissario tecnico della Svizzera Vladimir Petkovic, di origini bosniache, ha cercato di gettare acqua sul fuoco dichiarando che "non si dovrebbe mescolare la politica con il calcio, è bello essere un tifoso di calcio ed è importante mostrare rispetto".

Al fianco dei propri compagni di squadra si è invece schierato il capitano svizzero Stephan Lichtsteiner: "Xhaka e Shaqiri hanno fatto bene. C'è stata una guerra durissima per molti genitori dei nostri giocatori. I serbi ci stavano provocando da giorni e credo che le botte si danno e si prendono. E loro non sono angeli".

(Unioneonline/D)

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