Infuria il "caso Viola Reggio Calabria".

La Procura Federale ha aperto oggi una nuova indagine, dopo quella avviata lo scorso 26 marzo nei confronti del tecnico della Pasta Cellino Cagliari per le dichiarazioni rilasciate nel post gara di Leonis Group Roma-Pasta Cellino.

Stavolta sul banco degli imputati c'è l'allenatore del club calabrese, Marco Calvani, per delle affermazioni apparse nei suoi profili di Facebook e Linkedin.

Questo è quanto scrive l'ex tecnico della Dinamo Sassari su Linkedin: "Delusione, dispiacere, rabbia, sono solo alcune delle sensazioni che appartengono a noi giocatori e staff, a chi ha lavorato quest'anno al nostro fianco, a chi ha pagato l'abbonamento od il biglietto per ogni partita, a chi ha creduto in questo gruppo di persone prima ancora che di atleti".

E ancora: "Vorremmo rivolgerci a tutti gli appassionati di basket, alle più di 4000 persone che ogni Domenica ci sostengono in casa ed alle persone che fanno dei sacrifici per seguirci in tutta Italia: non meritiamo questo! Il risultato sportivo ci vedeva come una squadra da play off, abbiamo dimostrato sul campo di essere delle persone serie, dei veri professionisti, che nonostante tutte le difficoltà hanno dato il meglio per il movimento e per la città che rappresentano".

Poi prosegue: "Il rammarico oggi si tramuta in rabbia, perché ci troviamo impotenti di fronte ad una stagione portata quasi a termine (mancano solo 3 partite) con massima onestà ed impegno, valori riconosciuti dai propri sostenitori, dagli avversari e dagli addetti ai lavori".

Anche se gli organi competenti non paiono pensarla così: "Appare difficile comprendere come non si siano accorti di tutto ciò a Luglio 2017, mese in cui è stato concesso alla Viola Reggio Calabria di iscriversi al campionato di A2, approvandone quindi la regolarità di tutti i documenti richiesti e dando a noi (giocatori- staff) la conferma che le basi di partenza fossero idonee".

Un duro sfogo, insomma: "Ad oggi veniamo a conoscenza di fatti che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato dopo 7 mesi di stagione regolamentare, noi credevamo negli organi che avrebbero dovuto garantire la chiarezza di tutto il movimento. Con questa leggerezza, da parte di chi doveva controllare e non lo ha fatto, ci è stata privata la possibilità di intraprendere altre strade sin dall'inizio dell'anno sportivo".

Chiarezza però mai arrivata: "Ad aprile, con il campionato ormai agli sgoccioli, ci troviamo a dover accettare una decisione che dovrebbe essere stata presa a Luglio, che ci mette davanti ad una retrocessione, ad un finale che non meritiamo, a dover giocare tre partite con la consapevolezza che, comunque vada, il lavoro fatto fino ad ora non coglierà alcun frutto ma non per colpe nostre".

E conclude: "Il nostro impegno verrà portato a termine, niente potrà cancellare quest'anno che dentro il campo ci ha visto fra le prime 8 squadre del girone Ovest con tre partite ancora da disputare. Non vogliamo assolutamente entrare in merito alle vicende giudiziarie che coinvolgono la Società, siamo convinti che le regole vadano rispettate e siamo i primi ad accettarle. Ma noi ci chiediamo: chi dovrebbe controllare perché non l'ha fatto? Perché adesso? Perché proprio sul più bello?".

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