Roberto Zanda si è arreso al freddo.

L'ironman cagliaritano, 60 anni, era l'unico italiano ancora in gara alla Yukon Arctic Ultra, la competizione definita la "più fredda e dura del mondo".

Zanda, detto "Massiccione", è partito il primo febbraio da White Horse, nello Yukon, tra il Canada e l'Alaska: avrebbe dovuto risalire il fiume ghiacciato per circa 480 chilometri, in otto giorni, trainando una slitta con tutto quanto gli serviva.

Ma dopo 319 chilometri, e il ritiro di 17 concorrenti, il termometro è sceso a -50 gradi nella notte tra mercoledì e giovedì: un livello che forse neanche gli organizzatori si aspettavano.

"Massiccione", ultimo degli altri due concorrenti, si è fermato per riposarsi e poi tentare lo sprint finale, ma non è più riuscito a ripartire.

Dopo uno stop di 14 ore è intervenuto un elicottero: i soccorritori lo hanno trovato con un principio di congelamento alle mani e alle gambe. Ora è ricoverato nell'ospedale di White Horse, nelle prossime ore dovrebbe essere trasferito in Italia.

L'ultramaratoneta ha corso nei deserti dei cinque continenti: "So che non sono abituato - aveva detto prima di partire - l'acclimatamento l'ho fatto salendo sulla Sella del Diavolo" .

(Unioneonline/D)

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