La settima sconfitta nelle ultime otto partite arriva tanto per cambiare al supplementare: al PalaDesio vince Cantù 102-96.

Questa volta però c'è l'ombra pesante del tecnico fischiato al coach Federico Pasquini quando la Dinamo aveva 3 punti di vantaggio e la palla in mano ad un minuto dal termine.

Il fatto che il Banco di Sardegna non abbia saputo approfittare di una Cantù senza Burns, ma soprattutto che non riesca a risollevarsi dalla crisi, impone una riflessione seria sull'allenatore.

Cantù senza l'alapivot Burns, mentre il Banco senza il "tagliato" Randolph e con Stipcevic in panchina solo per fare numero, dato che non è ancora pronto a giocare.

La Dinamo è partita sfruttando il tiro da tre punti (5/11 nel primo quarto, due di Polonara), mentre dentro l'area meglio Cantù con Crosariol (almeno fino a che è rimasto un opaco Jones) e con le iniziative di Smith e Chappell: 11-6 al 5', 21-24 in chiusura di minitempo.

Con Spissu in regia al posto del deludente Hatcher (sta accadendo troppo spesso) e Planinic a fare la voce grossa dentro l'area, la squadra sassarese è volata sino a +9 al 13', ma poi ha pagato i disastri al tiro della coppia Hatcher-Bamforth (3/15 totale) e si è fatta riacciuffare prima del riposo.

Nel terzo quarto Cantù sembra scappare (48-43) ma arriva un break da 13-0 firmato da Planinic e Polonara, rifinito poi dalle due triple di Tavernari che producono il massimo vantaggio: 57-68.

Sassari arriva anche a +11 nell'ultimo quarto e sembra poter condurre, ma poi entra in confusione.

Pierre fa solo 1/2 ed è supplementare, ma ancora una volta nell'overtime il Banco di Sardegna non ha lucidità e Bamforth commette troppi errori. Migliori della Dinamo Pierre con 26 punti e 10 rimbalzi e Planinci con 19 punti.
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