La matematica lascia ancora qualche spiraglio, ma la verità è che vincere tre partite delle ultime quattro garantirà solo la partecipazione alla Europe Cup, la coppa europea minore, ma non dà garanzie sul superamento del turno, riservato solo alle prime quattro del gruppo.

La sconfitta casalinga contro il Murcia di ieri notte al PalaSerradimigni (88-94) ha scavato un baratro fra il Banco di Sardegna e il Murcia, che ora ha due vittorie in più e la differenza canestri favorevole negli scontri diretti (+1).

Ha due successi in più pure il Pinar Karsiyaka sul quale Devecchi e compagni vantano il +8 negli scontri diretti, ma bisogna sperare che i turchi perdano almeno due gare e va ricordato che l'ultima giornata della fase a gironi li vedrà ospitare un Monaco che avrà già blindato il primato nel girone.

Ecco perché diventa necessario provare a superare il finora imbattuto Monaco per cercare l'en plein in chiusura di una Champions dove la formazione di Pasquini paga cara la fragilità nei finali di partita: 87-88 in casa col Pinar, 90-85 sul campo della Juventus Utena dopo un supplementare e appunto la sconfitta casalinga col Murcia in una partita dove obiettivamente il controllo del ritmo l'hanno avuto quasi sempre gli spagnoli.

E il +22 ai liberi per il Murcia non è spiegabile solo con qualche errore arbitrale.

La realtà è che all'andata il Banco aveva dominato dentro l'area (48-28 ai rimbalzi e invece ieri ne ha presi 8 in meno) e questa volta è sembrata meno carica, ma anche meno rapida ad adeguarsi al ritmo della partita.

Uniche note positive dopo una prestazione appena sufficiente, la conferma del play Spissu nel sapere rianimare le gare messe male (lo aveva già fatto contro Avellino) e il 4/5 nelle triple di Tavernari, importanti nel break di 20-5 che aveva riaperto il match.

Ma a questa Dinamo continua a mancare l'istinto del killer e per due volte ha fallito l'azione del pareggio o almeno del -1, ma soprattutto ha concesso tre rimbalzi offensivi decisivi nel finale.

© Riproduzione riservata