Dopo varie indiscrezioni e un annuncio dello stesso fuoriclasse brasiliano, ora è ufficiale: Kakà si ritira dal calcio giocato.

L'ex fantasista del Milan lo ha annunciato su Twitter: "Padre, mi hai dato molto di più di quanto potessi immaginare. Grazie. Sono pronto per il prossimo viaggio, nel nome di Gesù. Amen".

Una carriera lunga 16 anni, fatta di 749 partite e 238 gol.

Comincia nel San Paolo, poi il Milan lo porta nel calcio che conta, e il brasiliano mostra subito di che pasta è fatto.

È amore a prima vista con i tifosi rossoneri. Ancelotti lo schiera titolare a sorpresa nella prima di campionato, ad Ancona, e lui con un'azione capolavoro dà il via al gol del 2-0 firmato Shevchenko.

Da allora non perderà mai quel posto da titolare, nonostante stiamo parlando del Milan di Sheva, Inzaghi, Rui Costa, Pirlo e Seedorf. E nessuno gli scucirà di dosso quella 22, diventata un segno distintivo del fuoriclasse brasiliano.

In maglia rossonera segna 70 gol in 193 partite, vince un campionato, una Champions League (con una finale persa), un Mondiale per club, una Supercoppa italiana e due Supercoppe europee. È il momento più alto della sua carriera.

Poi va al Real Madrid, e anche lì vince un campionato, una Coppa del re e una Supercoppa.

Quindi il ritorno al Milan per una breve e infausta parentesi, prima di andare a giocare negli Usa, dove ha chiuso la carriera.

Protagonista anche in Nazionale, con cui ha vinto il Mondiale del 2002 e due Confederations Cup, è stato l'ultimo giocatore - era il 2007 - a vincere il Pallone d'Oro senza chiamarsi nè Messi nè Ronaldo. Da allora è cominciato il periodo dei due fenomeni.

Ora per lui si prospetta un ritorno in casa Milan, che lo ha accolto sempre a braccia aperte. Questa volta nei panni di dirigente.

(Unione Online/L)
© Riproduzione riservata